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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 alle ore 14:27.
La Fainplast nasce nel 1993 da un'idea imprenditoriale di Battista Faraotti. In breve tempo e con la collaborazione di giovani manager e tecnici marchigiani riesce a collocarsi nel panorama nazionale come azienda di riferimento del mercato delle materie plastiche. L'esperienza maturata in importanti aziende del settore unita alla competenza e alle capacità dei suoi collaboratori portano la Fainplast a raggiungere un elevato grado di organizzazione ed eccellenza riconosciuto dal mercato di riferimento.
Studio, ricerca, sviluppo, analisi e controllo sono le parole chiave di questo successo tutto marchigiano. «Il nostro segreto è investire in innovazione e ricerca - spiega Battista Faraotti, fondatore e amministratore unico della società - che tradotto in cifre vuol dire il 5% circa del fatturato investito in strumentazioni d'avanguardia, adeguamento degli impianti e, aspetto fondamentale, formazione del personale. Nella nostra azienda la tecnologia, l'assistenza e la ricerca sono dei dogmi indispensabili per crescere e superare momenti difficili come questo che stiamo vivendo». La Fainplast, produttrice di compounds in plastica, si distingue nel proprio settore industriale per le diverse tipologie produttive e per la capacità di ampliare ogni anno il proprio ventaglio di offerta. I settori di applicazione sono svariati: dalla cavistica elettrica all'arredamento, dall'edilizia all'automotive, dai profili vari e comparti speciali al medicale.
Oggi l'impresa rappresenta un unicum nel panorama europeo delle industrie di compounds, in quanto produce sia il tradizionale Pvc che l'Halogen Free, materiale in grado di soddisfare le sempre più restrittive normative di sicurezza nei luoghi di aggregazione sociale. L'Halogen Free è sempre più impiegato nel settore pubblico e privato per migliorare le performance di sicurezza delle guaine e dei cavi elettrici. Infatti viene utilizzato nei capitolati relativi a impianti utili ad alimentare le sale cinematografiche, le gallerie, le stazioni e ogni altra infrastruttura adibita all'uso di una massa considerevole di persone. In esse l'uso di questo materiale riduce notevolmente il rischio di mortalità derivante da asfissia in caso di incendio. Infatti dalla loro combustione si generano fumi "bianchi", ovvero privi di alogeni, meno ostruttivi per la fruizione delle vie di fuga.
L'azienda, fortemente automatizzata, si avvale della collaborazione di 75 dipendenti. La società ascolana cresce in media del 20% l'anno (50 milioni di euro il fatturato 2009, oltre i 60 milioni di euro il fatturato 2010) con un export che supera il 40% dei propri volumi.