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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2011 alle ore 07:52.

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Eni ed Enel, nuovi presidentiEni ed Enel, nuovi presidenti

di Gianni Dragoni
Due nuovi presidenti giovani per Eni ed Enel, Giuseppe Recchi (47 anni) e Paolo Andrea Colombo (51 anni), un nuovo amministratore delegato per Finmeccanica, Giuseppe Orsi, nato nel 1945, confermati i vertici di Poste Italiane. Sono le novità delle nomine decise dal governo, dopo febbrili consultazioni tra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il sottosegretario a Palazzo Chigi Gianni Letta e il vertice della Lega, che esce però deluso dalla tornata di incarichi nelle grandi società pubbliche. L'unica conquista di peso appoggiata dal Carroccio è per Orsi, il quale tuttavia è un manager di Finmeccanica, non un osservante del verbo di Umberto Bossi. Rinviate le candidature al vertice di Terna, per le quali c'è tempo fino al 17 aprile. Si profila una conferma per l'a.d. Flavio Cattaneo e il presidente Luigi Roth.

La scelta è stata laboriosa, poiché le liste con i candidati ai consigli di amministrazione sono state ufficializzate da Tremonti solo ieri poco prima delle 21. Era l'ultimo giorno per depositare le liste dei candidati, secondo gli statuti delle tre società quotate, Eni, Enel e Finmeccanica, rispetto alla data delle assemblee in prima convocazione, fissate per il 29 aprile. Alle Poste confermati l'a.d. Massimo Sarmi e il presidente Giovanni Ialongo, cislino, già vicino a Franco Marini, ora con la fiducia di Raffaele Bonanni.
In ognuna delle tre grandi società c'è una figura nuova al vertice e c'è una conferma. Un nuovo mandato triennale quindi per Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, la principale società italiana per valore di Borsa, come per Fulvio Conti, amministratore delegato Enel. Entrambi sono in carica da sei anni. Ma con le scelte di Tremonti si profila una marcatura stretta per i due heavy weight dei potenti colossi dell'energia, che sarà applicata dai nuovi giovani presidenti. Lasciano dopo nove anni Roberto Poli l'Eni e Piero Gnudi l'Enel, entrambi nati nel 1938.

C'è un nuovo mandato anche per Pier Francesco Guarguaglini, classe 1937, ma solo come presidente anche se – si dice – con deleghe importanti, su strategie e rapporti esterni, non ancora però ufficializzate. L'attuale numero uno di Finmeccanica non sarà più a.d. del gruppo aerospaziale, nel quale ha i pieni poteri dal 24 aprile 2002. È stata la partita più delicata, cominciata dieci mesi fa, con l'esplosione delle indagini giudiziarie intorno al gruppo, un'avvisaglia di un mutato clima politico intorno al gruppo che ha delicati rapporti con i governi di tutto il mondo, dai militari ai servizi segreti. Guarguaglini ha sempre respinto le accuse che arrivavano attraverso la stampa, ma non è indagato. Gli avvisi di garanzia sono giunti invece alla moglie Marina Grossi, che guida una società del gruppo (Selex Sistemi integrati) e ad alcuni alti dirigenti. Nessuna di queste indagini è ancora arrivata alla meta. Determinante per la sua conferma il sostegno di Letta.

Le nomine in Finmeccanica segnano una continuità, perché arriva come amministratore delegato uno dei manager più stimati del gruppo, Giuseppe Orsi, capo di AgustaWestland, la società degli elicotteri. Il governo ha evitato nomine esterne all'aerospazio, pur non essendo mancate candidature. La più gettonata sulla stampa, quella di Cattaneo, a.d. di Terna, ha sempre trovato perentorie smentite dell'interessato. Esce dal cda Giovanni Castellaneta, presidente Sace, ex consigliere diplomatico del premier, Silvio Berlusconi. Al suo posto, con i poteri speciali, la golden share, il Tesoro nominerà Carlo Baldocci, ambasciatore che collabora con Tremonti. Tra i sette candidati del Tesoro al cda Finmeccanica confermati Franco Bonferroni (Udc), Dario Galli (Lega), Francesco Parlato (ministero Economia) e l'ammiraglio Guido Venturoni, mentre è nuovo Giovanni Catanzaro, presidente Consip, vicino a Ignazio La Russa, ministro della Difesa. Per i soci di minoranza Assogestioni ha candidato Christian Streiff, Paolo Cantarella, Marco Iansiti, Silvia Merlo.

Per Eni ed Enel la scelta di due giovani presidenti è il segno di una discontinuità morbida. Tremonti non era pienamente convinto della conferma di Scaroni, ma neppure abbastanza forte per sostituirlo. Così ha optato per un nuovo presidente, con un ruolo di garanzia e di controllo. Il candidato alla presidenza era Paolo Andrea Colombo, affermato commercialista milanese da tre anni nel cda Eni, e prima per sei anni nel collegio sindacale dove aveva sollevato rilievi tra l'altro sulla controversa operazione nel gas con Bruno Mentasti, l'imprenditore vicino a Berlusconi. Ma domenica sera la candidatura di Colombo è stata dirottata alla presidenza Enel. Colombo è un mastino, è molto preparato e ha solidi legami sia con il presidente del Consiglio, è nel cda Mediaset, sia con Tremonti. Ha collaborato con lo studio Vitali Romagnoli Piccardi, fondato da Tremonti, dove il ministro è tornato quando non era al governo. Dello studio Vitali è partner Fabrizio Colombo, fratello del neopresidente Enel.

Alla presidenza Eni arriva l'ingegner Recchi, della famiglia torinese dell'omonima impresa di costruzioni, ora ai vertici di General Electric Sud Europa. Il gruppo controlla il Nuovo Pignone a Firenze (comprato proprio dall'Eni) ed è importante finanziatore dell'Alitalia-Cai, come della vecchia aviolinea pubblica. Su Recchi c'è l'ala protettiva di Gianluigi Gabetti, presidente d'onore di Exor, l'ex Ifil degli Agnelli, di cui Recchi è consigliere d'amministrazione da otto anni. Gabetti ha elogiato la nomina di Recchi. Assogestioni ha candidato all'Enel Pedro Solbes, Alessandro Bianchi e Angelo Taraborrelli, all'Eni Alessandro Profumo.

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