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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2011 alle ore 16:40.
Giuseppe Ponzi ha una sana fissazione. Quella della Germania. Ha un bel dire il ministro Tremonti che non c'è bisogno di fare il copia-incolla del modello tedesco, osserva. «Io lo copierei in tutto e per tutto. Deve essere il nostro benchmark. Se l'anno scorso l'economia tedesca è cresciuta di quasi il 4%, trainando in Europa quel poco di ripresa che c'è, un motivo ci sarà. E se a fronte di un costo del lavoro tra i più alti al mondo, senz'altro più alto del nostro, vantano un costo per unità di prodotto di 50 punti inferiore a quello italiano, un altro motivo ci sarà».
Secondo Ponzi, amministratore delegato della Project Srl, società che si occupa di Information Technology, il problema dell'impresa italiana, soprattutto della Pmi, non è solo quello della solitudine, sottolineato da Emma Marcegaglia: «È anche il problema di un'assenza, la mancanza cioè di una politica industriale che altrove, a cominciare dalla Francia ma non solo, sanno fare piuttosto bene e a tutto vantaggio delle aziende nazionali».
A Confindustria Firenze si terrà domani l'ultima tappa del road show preparatorio, dedicato a infrastrutture, ambiente ed energia. Sul tema infrastrutture Ponzi mette l'accento sul fatto che l'Italia, «da Paese all'avanguardia negli anni 60 e 70 è oggi in forte ritardo nella banda larga, che è l'autostrada del futuro, anzi del presente». Ma ci sono altri aspetti decisivi per il rilancio del sistema Paese: «Con la prospettiva di un rientro a tappe forzate del nostro debito pubblico, secondo le nuove regole dell'Unione monetaria, lo Stato dovrà fare la sua parte. Le aziende devono diventare più efficienti? Bene. Dovrà diventarlo anche la pubblica amministrazione.
Le aziende devono allearsi nelle reti, fondersi tra di loro per crescere dimensionalmente e raggiungere i mercati internazionali più lontani e promettenti? Benissimo. Allora i comuni, i più piccoli, facciano altrettanto aggregandosi, fondendosi». Le assise rappresentano uno strumento straordinario e nobile, aggiunge Ponzi, che dovrebbe essere utilizzato «anche per guardare all'interno del nostro sistema confindustriale».
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