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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2011 alle ore 06:41.

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Più spazio al mercato, creando maggiore concorrenza nei servizi pubblici e aumentando la quota di economia privata rispetto a quella pubblica. «È un'esigenza che si percepisce parlando con gli imprenditori del Sud: chiedono di ridurre le inefficienze, di avere servizi migliori, per essere più competitivi». Cristiana Coppola, vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno, avrà il ruolo di coordinare, alle Assise di Bergamo del prossimo 7 maggio, il tavolo sul Sud.
Durante i road show territoriali ha avuto modo di sondare la base. «C'è il desiderio di una buona ordinaria amministrazione», continua la Coppola. Un contesto efficiente, favorevole allo sviluppo dell'impresa. E questo dovrà essere il fine principale dell'utilizzo dei fondi strutturali Ue: «Migliorare la qualità del territorio, dai servizi alle infrastrutture. Un requisito fondamentale se vogliamo cogliere i target strategici di crescita di Europa 2020, a partire dalla creazione di più posti di lavoro, e portare il Mezzogiorno in una dimensione europea».

Il governo ha varato il Piano per il Sud e il Programma Nazionale di Riforma, in cui si torna sul tema Mezzogiorno. Confindustria è d'accordo sui contenuti?
Le linee generali sono condivisibili, sono state accolte molte indicazioni del mondo delle imprese. Per esempio, concentrare gli interventi su poche priorità: infrastrutture, scuola, sicurezza, ambiente, ricerca e innovazione; destinare parte delle risorse al credito d'imposta automatico per gli investimenti in ricerca; rimodulare i fondi non spesi. C'è un problema però che riguarda i tempi.

Troppo lunghi?
I risultati tardano ad arrivare, c'è resistenza da parte delle Regioni a ridurre la propria autonomia per progetti comuni. Motivo per cui continuiamo a insistere nella necessità di una cabina di regia o meglio di un tavolo costante tra governo e Regioni. Si corre il rischio di perdere i fondi europei, visto che l'uso delle risorse ancora va a rilento e da qui a fine anno dobbiamo utilizzare oltre 7 miliardi di euro del programma 2007-2013. Non vorrei che, pur di impiegare le risorse, vengano spese male, con scarso impatto sul territorio. Proprio quello che non vogliamo e che non serve.

Il dibattito delle Assise sarà concentrato sui fondi Ue: perché?
Perché sono uno strumento prioritario per cambiare la qualità della vita nel Sud, sia per i cittadini che per le imprese. Penso, un esempio su tutti, alla qualità dei servizi pubblici. In Campania, ma non solo, c'è da affrontare il problema del ciclo dei rifiuti, a Napoli c'è stato un aumento della Tarsu del 70% dal 2009 ad oggi. Gli imprenditori, e non sono gli unici, sono scoraggiati, vorrebbero lavorare in un contesto migliore, sotto molti punti di vista.

Resta la richiesta del credito di imposta per gli investimenti: l'incentivo più efficace?
Nel Mezzogiorno ci sono circa 1.300 strumenti di incentivazione tra regionali e nazionali, bisogna sfoltirli di molto, lasciarne un paio. Il credito di imposta automatico è lo strumento più semplice, elimina l'intermediazione delle amministrazioni. Andrà aggiustato, reso più selettivo, ma è la soluzione migliore. La Ue sembra disposta ad accettare che si possano usare i fondi strutturali. È una fiscalità di vantaggio che arriva alle imprese del Sud. Ora la palla è nelle mani del governo…

Le Assise saranno l'occasione per lanciare proposte alla politica e ai sindacati, ma anche per guardarsi dentro e migliorare il modo di fare impresa...
È una spinta che arriva forte dal territorio. C'è la voglia di capire che identità vogliamo avere, quali politiche industriali occorrono per il Mezzogiorno, cosa devono fare le aziende per migliorare e crescere di più. Il Comitato Mezzogiorno, insieme al Centro Studi Confindustria, al Servizi studi e ricerche di IntesaSanpaolo e a Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Srm) ha preparato uno studio sul manifatturiero meridionale che presenteremo proprio a Bergamo, come base di discussione per guardare avanti.

Si sente la ripresa nel Sud?
Si avverte, ma è ancora troppo frenata dalle negatività del contesto, che penalizza e limita la qualità del fare impresa. Dobbiamo riuscire a cambiarlo e anche il Sud potrà finalmente dare il suo contributo.
N.P.

L'EVENTO

Dove e quando
Le Assise di Confindustria si terranno a Bergamo sabato 7 maggio. L'obiettivo è chiaro. Dalle imprese arriva un segnale vero, concreto, profondo: sbloccare la crescita, liberare il mercato e premiare il merito.

I temi della discussione
- Nel corso delle Assise verranno affrontati otto temi chiave per il rilancio del nostro Paese; di seguito i temi che saranno oggetti di confronto:
- Le imprese che vogliamo: il compito di Confindustria;
- Le relazioni industriali per la produttività;
- Fisco, credito e finanza;
- Infrastrutture, ambiente ed energia;
- Mezzogiorno e fondi strutturali;
- Pubblica amministrazione: semplificazione e costi della politica
- Giovani, merito,opportunità
- Tecnologia, ricerca e innovazione


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