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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2011 alle ore 10:27.

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Fisco e burocrazia, ora la svoltaFisco e burocrazia, ora la svolta

«L'impresa è il più potente motore di sviluppo, intorno al quale si crea crescita, benessere e coesione sociale. È indispensabile una presa di responsabilità e un impegno concreto di tutti per rilanciare la competitività del nostro Paese. A partire da un sistema fiscale più equilibrato». Alle parole di Anna Maria Artoni, presidente di Confindustria Emilia-Romagna, fanno eco quelle di Umbro Bernardini, alla guida degli industriali umbri: «Lo snellimento della macchina amministrativa è il numero uno dei nostri problemi».

Che fisco e burocrazia siano i due temi in cima alle priorità delle imprese del Centro-Nord lo confermano le molte voci che si levano dal territorio in vista dell'Assise generali di Bergamo il prossimo 7 maggio.

Un tessuto economico che sta lentamente risalendo la china – il trend di produzione e vendite è tornato in positivo, a fine 2010, in tutta l'area – in cerca di leve che corroborino una fiducia mai sopita. «Il nostro – aggiunge Artoni – è un Paese fermo. Il vero rischio che corriamo è il "deficit di futuro", soprattutto se pensiamo alla velocità esponenziale con cui stanno evolvendo Paesi che sino a pochi anni fa consideravamo di secondo piano nello sviluppo dell'economia globale. Va lanciato un messaggio forte e chiaro alla politica. Per questo abbiamo sollecitato una partecipazione numerosa e qualificata dei nostri imprenditori e sono certa che la voce dell'Emilia-Romagna a Bergamo sarà forte e convinta».

Parole e interesse per l'Assise condivisi appieno dalla collega Antonella Mansi, al vertice dell'industria toscana: «Di fronte ai numeri di un'economia regionale che è tornata a crescere, ma troppo lentamente e meno della media nazionale, serve una discontinuità epocale nelle azioni e nei tempi. Per reindustrializzare il Paese, perché la crisi va usata come opportunità per prendere decisioni rimandate da anni». Dalle infrastrutture al fisco, dalla burocrazia al credito, Mansi lancia un appello a tutte le istituzioni affinché «riportino l'economia al centro dell'agenda politica. Come imprenditori siamo frustrati: in un momento così drammatico, perché la crisi non è superata, la politica è distratta».

«Una scelta centrata e necessaria, quella di Emma Marcegaglia». È totale la condivisione dell'Assise da parte degli imprenditori marchigiani, di cui si fa portavoce il presidente di Confindustria Paolo Andreani, pronto a portare a Bergamo progetti concreti «per cui ci schieriamo in prima fila in termini di responsabilità e finanziamenti. A partire dagli interventi più immediati, sburocratizzazione e taglio dei costi fiscali. In Italia abbiamo una pressione 3 punti sopra la media Ue: noi proponiamo di spostare l'attenzione dalla tassazione diretta all'indiretta, ossia all'Iva, e di eliminare un'imposta iniqua come l'Irap, che penalizza questa regione più di altre. Chiediamo infrastrutture adeguate, non solo fisiche come la Fano-Grosseto e la Mezzina, ma immateriali. Nonché interventi per stimolare l'assunzione di giovani. Tema su cui come Confindustria Marche abbiamo proposto alla Giunta Spacca un progetto per l'affiancamento di giovani in azienda».

Se la semplificazione legislativa e amministrativa è una riforma a costo zero, attuabile subito, serve invece uno sforzo corale su temi come infrastrutture, energia, produttività. «È da 50 anni che si parla dell'assoluta impellenza di collegamenti mai realizzati – dice amareggiato Bernardini – così come da anni lamentiamo costi dell'energia e del lavoro che minano in partenza la nostra competitività sui mercati globali. Ma serve una sterzata anche alla cultura della contrattazione collettiva, certo non ideale allo sviluppo di impresa».

Alta l'attenzione alle Assise del 7 maggio e fitta la partecipazione attesa, tra pullman e arrivi individuali, anche tra le 26 territoriali di Confindustria, che rappresentano oltre 17.500 imprese e 600mila lavoratori nell'area. «Stiamo facendo un lavoro enorme di sensibilizzazione dei nostri imprenditori sull'importanza di partecipare», assicura il presidente di Confindustria Siena, Cesare Cecchi, che fa suoi i tre temi chiave – infrastrutture, ambiente ed energia – su cui si focalizzarà domani a Firenze la tappa toscana del roadshow Assise 2011 (ore 10 nell'auditorium Carifirenze).

Da Lucca il presidente Andrea Guidi mette in tavola le due emergenze dell'industria cartaria: il caro energia e il recupero dei rifiuti industriali. Mentre da Prato, il numero uno Riccardo Marini sposta l'accento su R&S: «Chiediamo condizioni di contesto che ci permettano di competere ad armi pari con Francia e Germania, non con la Cina. In primis detassare gli utili reinvestiti in R&S, che è una spinta anche alla capitalizzazione». Claudio Pagliano guiderà gli industriali pesaresi per ribadire l'istanza di alleggerire la zavorra pubblica su lavoro e impresa, preannunciando un lungo viaggio verso Bergamo a causa di infrastrutture carenti.

Infrastrutture che sono la priorità anche del Piacentino, «collo d'imbuto verso l'Europa», denuncia il presidente degli Industriali Sergio Giglio, ricordando come i ritardi nei pagamenti della Pa azzoppino la competitività aziendale. E se il presidente di Unindustria Ferrara, Riccardo Fava, torna al tema della riforma fiscale, auspicando «azioni immediate e concrete», il collega di Modena, Pietro Ferrari, si dice preoccupato per l'ondata di statalismo e «pronto a partire per Bergamo con una folta delegazione e un bel documento attuabile su fisco e semplificazione».

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