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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2011 alle ore 09:45.

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Se deve scegliere, punta l'indice sulla fiscalità e le infrastrutture,
che rendono difficile fare impresa in Italia e su cui insisterà a Bergamo,
ma si tratta solo di alcuni dei problemi. «Viviamo tempi difficili e tumultuosi
», sottolinea Alessandro Calligaris, imprenditore del distretto della sedia di Manzano (Ud) e presidente della Confindustria del Friuli-Venezia Giulia.
I numeri – dice – parlano da soli, con una produzione industriale lo
scorso marzo ancora al -17,2% rispetto al picco pre-crisi, un Pil pro capite di 21.800 euro contro i 25mila dei tedeschi, una spesa pubblica 2010 al 52,4%, contro il 49% dellaGermania.

Presidente Calligaris, il tema fiscale pare preoccuparla più di altri.
In materia fiscale le imprese chiedono regole più semplici e certe anche a livello normativo. Ma c'è di più: andrebbero premiate le aziende più votate alla internazionalizzazione e un discorso simile potrebbe essere fatto anche a sostegno dell'innovazione di prodotto e processo. In una parola, dovrebbe essere rivista la politica degli sgravi fiscali.

Quale ritiene, invece, sia la maggiore criticità che devono affrontare le imprese del Friuli-V.G.?
Il tema delle infrastrutture,a partire da quelle energetiche, è allarmante. Penso a progetti in stand by come il rigassificatore
di Trieste, così come al tema delle merchant line:opere strategiche
per abbattere il costo dell'energia e permettere alle aziende di competere ad armi pari con la concorrenza. Se ci aggiungiamo le difficoltà da affrontare per il Corridoio 5 o alla necessità di rilanciare la portualità
e la logistica regionale, credo che le criticità siano tante.

Molte opere scontano opposizioni a livello locale e i comitati crescono come funghi. Si aspettava orizzonti più aperti da parte delle popolazioni?
Mi aspettavo maggiore maturità dal territorio. Già in passato il manifatturiero aveva scontato una certa ostilità – penso, ad esempio, alle opposizioni contro nuovi insediamenti come il cementificio di Torviscosa - ma ritenevo che la recente crisi, con ricadute notevoli anche sui posti di lavoro, avesse cambiato le sensibilità. Invece niente, nonostante il tema dell'ambiente sia prioritario anche per lo sviluppo dell'industria.

E per quanto concerne la fiscalità locale?
A livello di Irap andrebbero rivisti i criteri per l'abbattimento dell'imposta, valorizzando parametri come la propensione a internazionalizzare e innovare. Infine, considerando, la nostra collocazione geografica, il tema della fiscalità di vantaggio dovrebbe tornare nelle agende dei nostri politici.

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