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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2011 alle ore 12:23.

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L'industria lombarda conferma la crescita, anche se con un'intensità minore rispetto ai trimestri precedenti. I fattori di preoccupazione sono legati a soprattutto un quadro ordinativi interno ancora in calo, e a segnali di stagnazione sul fronte degli ordinativi esteri. Gli elementi positivi, invece, vanno ricondotti al mercato del lavoro, che dopo mesi di immobilismo, finalmente dà un primo segnale di ripartenza. Sono questi, in estrema sintesi, i principali elementi che emergono dalla lettura dell'indagine congiunturale di Unioncamere e di Confindustria Lombardia, presentata ieri, relativa al primo trimestre dell'anno in corso.

Lo stato dell'economia regionale, scorrendo gli indicatori di Unioncamere, sembra più fragile rispetto a quanto descritto nell'ultima relazione. Ciò trova conferma in un persistente segno positivo della produzione, cui tende finalmente ad accompagnarsi un miglioramento dell'occupazione. A fronte di questi indicatori, però, si deve registrare la negatività del livello degli ordini interni e la stazionarietà di quelli esteri. «Ordini in calo e previsioni della domanda pure in calo – spiegano gli analisti – non sono certamente viatici per una crescita sostenuta della produzione industriale nel prossimo trimestre». Nel dettaglio i livelli produttivi registrano un incremento inferiore al punto percentuale (+0,5%), dopo il +2,3% dello scorso trimestre; gli ordinativi dall'interno segnano una nuova contrazione (-2,9%) e quelli dall'estero sono stazionari. Il fatturato è ancora in crescita, ma anch'esso con intensità minore rispetto al recente passato (+1,3%). La quota del fatturato estero sul totale rimane ferma al 36%. In accelerazione l'incremento dei prezzi delle materie prime (+5,4%), come anche i prezzi dei prodotti finiti ma ancora con intensità minore (+2,2%). Per quanto riguarda i singoli comparti di attività, la maggior parte dei settori presenta incrementi dei livelli produttivi compresi tra il +12,4% registrato dai mezzi di trasporto e il +0,2% dell'abbigliamento. Solo il settore dei minerali non metalliferi (-1,2%) e legno-mobilio (-0,2%) presentano variazioni negative. Il tasso di utilizzo degli impianti è fermo al 61% per minerali non metalliferi e non raggiunge il 70% per pelli-calzature (66,4%) e mezzi di trasporto (69,8%). Sul versante del fatturato tutti i settori sono in crescita, con gli incrementi più positivi per la siderurgia (+20,8%), la meccanica (+12,4%), il tessile (+11,2%) e la chimica (+10,6%). (M. Me.)

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