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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2011 alle ore 15:34.

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"E' la fine dell'era del deficit spending": al Financial Times, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti assicura che questa manovra archivia una volta per tutte la spesa in disavanzo.

Austerità è la parola chiave. L'intervento da 47 miliardi di euro di qui al 2014 "punta a rassicurare i mercati e i partner europei sulla disciplina di bilancio dell'Italia", scrive il Ft. E Tremonti è convinto che il Governo varerà il suo bilancio senza modifiche rispetto a quanto da lui chiesto.
Tremonti dice al Ft che il piano è "assolutamente lo stesso di quello architettato dal Tesoro", così implicitamente smentendo – nota il corrispondente Guy Dinmore - le indiscrezioni, pubblicate anche da Il Giornale, secondo cui sarebbe stato "annacquato".

Con il debito pubblico proiettato al 120 del Pil, secondo il quotidiano britannico, il ministro "ha poco spazio di manovra". Tuttavia Tremonti sostiene che l'Italia è "assolutamente in linea" per ridurre il deficit pubblico al 3,9% quest'anno e al 2,7% nel 2012. L'obiettivo è di arrivare vicino al pareggio nel 2014, quando il debito dovrebbe scendere al 112% del Pil.

Sulla minaccia di dimissioni che Tremonti avrebbe agitato nel caso il suo piano non dovesse passare, il Financial Times dà un'altra versione: gli "insider" hanno detto al quotidiano britannico che "in realtà membri del Governo avevano messo pressione su Tremonti perché si dimettesse per sabotare quello che considerano come un pacchetto elettoralmente perdente, ma lui si è rifiutato di andarsene".

Tremonti ha negato "macchinazioni politiche". Commentatori e politici hanno detto che i tagli sono concentrati nel 2013 e nel 2014 per spianare la strada a elezioni anticipate la prossima primavera "prima che le misure di austerità abbiano effetto sull'elettorato". Tremonti sostiene che non è così, che anche nel Regno Unito i tagli sono stati scaglionati in
modo analogo negli anni successivi, che le misure hanno avuto il via libera della Commissione europea.

La manovra prevede, oltre a tagli e risparmi, un giro di vite sull'evasione fiscale, evasione che il ministro giudica "assolutamente incredibile", a livelli di 150 miliardi l'anno. Il titolare di via XX Settembre è fiducioso che l'Italia non assisterà ai disordini sociali che hanno scosso la Grecia. "Gli italiani capiscono. Chiedono di essere seri e rigorosi. La gente è fortemente favorevole a questa disciplina".

Tremonti ha anche salutato come "storico" l'accordo raggiunto martedì tra i tre principali sindacati e la Confindustria per la riforma del sistema della contrattazione collettiva che porterà a "maggiore produttività" attraverso trattative a livello locale.

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