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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2011 alle ore 11:41.

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I ministri Tremonti e Calderoli al Senato (Ansa)I ministri Tremonti e Calderoli al Senato (Ansa)

Passa la fiducia al Senato sulla manovra con 161 voti favorevoli, 135 contrari e 3 astenuti: Ora il provvedimento approda alla Camera per un percorso sprint che dovrebbe portare domani all'ok definitivo. E da Zagabria è arrivato anche il commento soddisfatto del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. «Manovra già alla Camera? È un miracolo».

Tremonti: o si va avanti o si va a fondo
Prima del via libera finale il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, è tornato a difendere l'azione del governo nell'aula di Palazzo Madama. La «salvezza» per l'Europa viene dalla politica e non dalla finanza: dunque «o si avanti o si va a fondo», l'unica soluzione è una risposta «politica comune europea», ha detto Tremonti davanti ai senatori. «È come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe. Oggi in Europa - spiega il ministro - abbiamo l'appuntamento con il nostro destino: la salvezza non ci viene dalla finanza ma dalla politica. La politica non deve più fare errori».

La manovra contiene 16 nuove azioni per la crescita
Poi Tremonti torna sui contenuti del decreto. «La manovra - prosegue - contiene 16 nuove azioni per la crescita: dal credito per la ricerca ai contratti per la produttività, da processo civile, al turismo». La manovra, aggiunge Tremonti, «è esatta e corretta ed allineata sull'asse del tempo esattamente come concordata in Europa. In aggiunta a quelle molto forti fatte finora, nessuno fa una manovra come questa per altro se non perché vuole il bene comune». Quindi il ministro torna a ringraziare ancora maggioranza e opposizione per il senso di responsabilità dimostrato nel portare avanti il decreto. «Il Paese ci guarda, governo, maggioranza e opposizione, certo siamo diversi ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere qui oggi con tutti voi».

Tremonti: in Costituzione il pareggio di bilancio
Il titolare dell'Economia sottolinea però che il lavoro non finisce qui: serve «un duro e responsabile lavoro comune». E Tremonti individua già un primo obiettivo da raggiungere. «Dobbiamo introdurre maggioranza e opposizione la regola d'oro del pareggio di bilancio nella Costituzione». Il perché è presto detto e Tremonti lo spiega senza troppi giri di parole. «Senza il pareggio di bilancio il debito pubblico divorerebbe il futuro nostro e dei nostri figli».

Il ministro: crisi si aggira come un mutante e oggi prende forma Grecia
Quindi il titolare di via XX Settembre vira sulla crisi e sulle ragioni che la muovono. «Siamo dentro un paradosso: la percezione dei mercati dell'area euro non riflette la sua forza e ai primi tre posti tra Paesi considerati più rischiosi ci sono tre Paesi europei. Oggi i mercati finanziari ritengono ad alto rischio l'investimento in Paesi che rappresentano il 40% del Pil». Ma la crisi, avverte ancora Tremonti, riguarda tutti, nessuno escluso. «La crisi che stiamo attraversando è europea. Si aggira in Europa come un mutante che oggi ha preso la forma della Grecia». All'Europa il ministro rivolge poi una sottile critica. I trattati internazionali, continua Tremonti, «sono come matrimoni, nella buona e nella cattiva sorte. Non così i trattati dell'Unione. È un problema di credibilità e fiducia politica: perché credere a una moneta - dice riferendosi all'euro - governata da 17 governi e controllata da 17 parlamenti?». Insomma, l'Europa può fare di più contro la crisi, ma anche l'Italia deve ripartire.

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