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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2011 alle ore 13:08.
L'ultima modifica è del 30 agosto 2011 alle ore 10:20.

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Il vice direttore generale della Banca d'Italia, Ignazio ViscoIl vice direttore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco

Bankitalia e Corte dei Conti sono d'accordo: una manovra incentrata sull'aumento delle tasse implica un alto rischio di effetti depressivi. Avvicendandosi in un'audizione di fronte alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, i due istituti hanno espresso opinioni e rilanciato proposte su fisco, pensioni, evasione fiscale e tagli alla spesa pubblica.
A confermare la debolezza della nostra economia è anche l'Istat, con il presidente Enrico Giovannini: «Si confermano le «prospettive alquanto modeste per la nostra economia», ha detto in audizione. Alla luce dell'attuale quadro macroeconomico, «anche un tasso di crescita dell'1% per il 2011 appare di difficile realizzazione».

Visco (Bankitalia): «Italia a rischio stagnazione»
«L'aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull'economia». Lo ha sottolineato il vice direttore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso dell'audizione sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. «Da molti anni la crescita economica - ha spiegato Visco - è in Italia inferiore a quella degli altri paesi dell'Unione europea». Secondo l'esponente di Bankitalia, «la crescita del commercio mondiale difficilmente tornerà nei prossimi anni sugli elevati livelli precedenti la crisi. Rischiamo quindi una fase di stagnazione che rallenterebbe anche la flessione del peso del debito sul Pil».
Secondo Visco «il riequilibrio dei conti pubblici deve pertanto associarsi a una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita dell'economia». Visco spiega che il rischio di stagnazione viene dalla crescita del Paese da anni inferiore agli altri paesi Ue, dagli effetti restrittivi della manovra nonché da una crescita del commercio internazionale che resterà fiacca nei prossimi anni. La fase di stagnazione rallenterebbe anche la flessione del debito sul Pil.

La crescita del Pil potrebbe attestarsi sotto l'1% nel 2011
«In un quadro previsivo che resta ancora estremamente incerto - ha spiegato Visco - , potrebbe prefigurarsi una crescita del Pil inferiore al punto percentuale nell'anno in corso e e ancora più debole nel 2012. Ciò si rifletterebbe inevitabilmente sui conti pubblici, rendendo più difficile il pareggio di bilancio e rallentando la flessione del peso del debito pubblico».

Prelievo fiscale record nel 2014, al 44,5%
La pressione fiscale salirà a livello record nel 2014 attestandosi al 44,5%, secondo la stima fornita dal vice direttore generale della Banca d'Italia. «Tra il 2011 e il 2014 - ha spiegato - l'incidenza delle entrate sul prodotto crescerebbe di 1,9 punti percentuali. La pressione fiscale salirebbe soprattutto nel 2012 e 2013 (rispettivamente di 1,1 e 0,7 punti); nel 2014 si attesterebbe al massimo storico del 44,5%».

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