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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2012 alle ore 13:11.

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Lavoro, Cgil, Cisl e Uil uniti. Camusso: via bozza liberalizzazioni o fallisce confronto con il Governo (Ansa)Lavoro, Cgil, Cisl e Uil uniti. Camusso: via bozza liberalizzazioni o fallisce confronto con il Governo (Ansa)

Per arrivare a una proposta comune che metta l'accento su crescita, pensioni («il capitolo non è chiuso», avverte Susanna Camusso) e ammortizzatori sociali, bisognerà aspettare martedì quando ci sarà una segreteria unitaria incaricata di stilare il documento. Intanto, però, Cgil, Cisl e Uil, fissano le condizioni per sedersi al tavolo del Governo: l'articolo 18 non si tocca o il confronto con l'esecutivo fallirà ancora prima di iniziare. Lo dicono, con accenti diversi, i tre leader delle confederazioni al termine di un'ora e mezza di faccia a faccia nella sede romana della Cgil. «Se l'articolo 18 diventerà un totem per l'esecutivo, i rapporti tra noi e Monti rischiano il black-out», scandisce Raffaele Bonanni. «L'esecutivo affronti la discussione in modo trasparente», gli fa eco Luigi Angeletti. Camusso, come di consueto, va dritta al sodo. «Si deve sgomberare il campo da ciò che leggiamo sui giornali a proposito dell'articolo 18».

Cgil, Cisl e Uil compatti a difesa dell'articolo 18
Ed eccolo qui il punto che rischia di condizionare il tavolo ancora prima del suo debutto: l'ipotesi di un intervento sull'articolo 18 emersa in una delle bozze sulle liberalizzazioni circolate negli ultimi giorni. Una "deroga" che ha fatto saltare sulla sedia i tre leader sindacali, suggerendo loro di rinsaldare l'asse in vista del rush finale dell'esecutivo sulla fase due. A Camusso, Bonanni e Angeletti, infatti, proprio non è andata giù quella possibilità ventilata in alcune bozze - peraltro smentite dall'esecutivo - in cui si stabilisce che, se due o più imprese con meno di 15 dipendenti si fondono (superando così quota 15), la nuova società non sarà soggetta all'articolo 18. Se invece sarà superata la soglia dei 50 dipendenti, scatterà il paletto dell'articolo 18.

Camusso: vogliamo discutere anche di crescita e sviluppo
Insomma, le sigle sindacali sono pronte a bloccare il tavolo se l'articolo 18 dovesse entrare nel confronto. Che, sono convinti i tre leader, non deve riguardare solo la delicatissima partita del lavoro, ma deve puntare a un percorso più complessivo. «Non vogliamo discutere solo del mercato del lavoro ma anche di crescita e sviluppo», sottolinea Camusso. ll confronto con il Governo, dunque, è il ragionamento, non si deve limitare solo all'agenda che determina l'esecutivo. Martedì le segreterie dei tre sindacati si riuniranno per discutere di diversi capitoli. «Speriamo - aggiunge - che il Governo non voglia far fallire la trattativa prima di cominciare».

Sindacati: per noi il contratto normale è a tempo indeterminato
Ed è la stessa Camusso a ribadire le priorità dei sindacati. «Per noi il contratto normale è quello a tempo indeterminato, non c'è bisogno di inventarsi stravolgimenti». Nessuna presa di posizione, poi, rispetto all'ipotesi di contratto unico o prevalente, che occupa la scena della riforma del mercato del lavoro. «Questo dibattito non ci appartiene», rimarca la numero uno della Cgil. «Il confronto si deve sviluppare su cosa fare per far crescere il Paese e risolvere le vertenze aperte», rispetto all'occupazione. «Il problema è come incentivare l'assunzione dei giovani, uomini e donne, e il ritorno al lavoro degli over 50 che sono in difficoltà». Per i confederali si può partire dall'apprendistato che è «strumento utile» e va semmai «incentivato per chi è oltre una certa età». Non c'è quindi spazio per altre «discussioni che sentiamo e non ci affascinano» visto poi che siamo ancora in una «fase difficilissima» dell'economia: «servono ammortizzatori che coprano tutti, a cui contribuiscano tutte le imprese».

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