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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2010 alle ore 13:36.
Da domani miliardi di occhi saranno puntati su di lui. Eppure su quello che è il vero protagonista dei campionati del mondo di calcio che si stanno per inaugurare in Sud Africa si sa poco. Il pallone, invece, ha una sua storia, che si intreccia con la matematica, la fisica e l'ingegneria. Una storia che forse in Sudafrica si svilupperà in maniera inaspettata. A raccontarne l'evoluzione è Nicola Ludwig, ricercatore di fisica dell'Università di Milano, consulente scientifico della trasmissione di Fabio Caressa, in onda il giovedì sera su Discovery Channel, sullo studio scientifico del calcio.
«L'evoluzione del pallone ha avuto tre fasi – spiega Ludwig –. La prima è quella delle palle realizzate con fasce di cuoio, seguita dallo stadio intermedio che ha visto la presentazione del pallone come noi lo immaginiamo, quello realizzato cucendo insieme pentagoni ed esagoni». Nel 1970 fece il suo debutto in Messico il "Telstar": un oggetto di cuoio la cui forma sferica era ottenuta cucendo insieme 12 pentagoni neri e 20 esagoni bianchi. Telstar era realizzato da Adidas, che da allora ha fornito senza soluzione di continuità tutti i modelli ufficiali dei Mondiali. La scelta dei colori fu determinata anche da ragioni televisive, per renderlo visibile sui teleschermi in bianco e nero. «Quella palla – ricorda Ludwig – divenne famosa anche perché produceva traiettorie impreviste. La sua forma non era comunque originale: si trattava infatti di un icosaedro troncato, un solido già immaginato da Archimede».
Il problema di ogni pallone è quello di realizzare una struttura sferica partendo da oggetti piani da cucire insieme. È il problema inverso di quello dei cartografi, ossia l'impossibilità di riportare con esattezza su una carta geografica piatta tutte le caratteristiche della superficie terrestre che è quasi una sfera. Con il pallone da calcio si ottengono solidi che non sono mai sfere perfette.
Un ulteriore passo in avanti avvenne con l'ultima fase. Agli ultimi Mondiali in Germania fu presentato "Teamgeist": una sfera realizzata con solidi tondeggianti, superfici curve termosaldate, quindi senza cuciture. Paradossalmente, quel pallone era troppo perfetto: «Ci si è resi conto che la palla era troppo sferica e quindi il moto risultava irregolare». Ogni oggetto che si muove in un liquido o in un gas come l'aria produce infatti nel fluido due tipi di movimento: laminare e turbolento. Il primo è quello ad esempio di una canoa che naviga silenziosamente e lentamente in un canale, mentre l'altro è generato da un motoscafo che lascia dietro di sé una miriade di vortici e piccoli gorghi. Nel caso del pallone la presenza di un moto laminare rischia di rallentare la velocità rendendo il moto più sensibile alle forze devianti, come il vento, con il risultato di una traiettoria meno stabile.