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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2010 alle ore 09:44.
Tra mille suggestioni multisensoriali che il Sudafrica regala a piene mani nel giorno dell'inaugurazione, a partire con il freno a mano tirato è il calcio. Mai, prima d'ora, due pareggi nella giornata inaugurale di un mondiale.
Al Soccer City Stadium i padroni di casa si presentano al cospetto del Messico ballando. Come dire ‘questa è la nostra festa e nulla ce la può rovinare'. Ma gli uomini di Aguirre ce la mettono tutta, prima dominando la gara, poi, rimontando il gol di svantaggio smorzando in gola l' urlo di gioia del Sudafrica a dieci minuti dalla fine. Ci vuole un tempo per scaldare i motori ed entrare in partita con più determinazione. Appare subito chiaro che solo il Messico potrebbe sbloccare, forzando un po' la mano, il risultato. E invece, ecco la prima sorpresa: il vantaggio dei ‘Bafana Bafana', che cambiano ritmo al rientro dagli spogliatoi, firmato al 10' della ripresa da Tshabalala. E' Pienaar a lanciarlo in contropiede ma il suo sinistro è una pennellata di eccellente fattura. Il Messico abbassa la cresta, si innervosisce, salvo poi ritrovare lucidità sul finale, quel tanto che basta per non rovinarsi l'esordio. Rafa Marquez, approfittando di un errore di Mokoena, raccoglie un cross e sorprende Khune, precedentemente determinante su Giovani, e pareggia i conti. Messico che rischia ancora grosso al 90', quando Mphela approfitta di un'altra defaillance messicana, ma colpisce il palo. A fine match è comunque per tutti grande festa.
Nessuna rete arriva invece dal Green Point Stadium di Città del Capo dove la già deludente Francia di Domenech si blocca sullo 0-0 con l'Uruguay. Galletti che non riescono neppure ad approfittare degli ultimi sette minuti giocati in superiorità numerica per la legittima espulsione, per doppia ammonizione, di Lodeiro (fallo duro su Sagna). Una partita anonima, dall'aria interlocutoria, in cui la Francia ha mostrato tutti i limiti di un evidente ‘fine ciclo'. Con uno spogliatoio, tra l'altro, che risulta sfilacciato intorno al nome di Hanry, ch il tecnico ha voluto schierare sul finale rimediando qualche fischio per la sostituzione di Anelka. Ma il principale problema sta nell'inconsistenza di una manovra di costruzione che potesse quanto meno disturbare seriamente la retroguardia arcigna disegnata da Tabarez.
Insomma, dopo quelli della grande festa di apertura aspettiamo gli altri fuochi d'artificio, quelli del campo, perché, checché se ne dica, ci emozionano di più.