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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 10:28.
La Fifa ha smentito, ma per molte ore è sembrato che di quattro giocatori della Corea del Nord non si sapesse più nulla. Il portiere Kim Myong-won, l`attaccante An Chol-hyok e i centrocampisti Kim Kyong-il e Pak Sung-hyok, sembrava non si fossero presentati alla partita inaugurale della loro nazionale contro il Brasile al mondiale di Sudafrica 2010. I quattro calciatori non erano stati avvistati neppure in tribuna. Poi, la precisazione della Fifa: nessun disertore, la notizia sarebbe nata da un errore di trascrizione della lista dei giocatori consegnata all'arbitro prima della partita. Ma i dubbi che i quattro giocatori siano fuggiti per cercare asilo politico erano forti, dato il regime di Kim Jong Il.
Le notizie di fughe e richieste di asilo da parte di atleti che rappresentano il proprio paese durante eventi sportivi di rilievo non sono nuove. Per quanto riguarda il nostro paese, l'episodio certamente più noto è stato quello della pallavolista di origine cubana Tai Aguero. Nel 2001, mentre era impegnata in Svizzera con la sua nazionale, decise di raggiungere l'Italia, dove poi ha ottenuto cittadinanza. Nell`agosto del 2008, mentre era con la nazionale azzurra a Pechino per i Giochi olimpici, chiese il permesso di recarsi a Cuba per andare a trovare la madre morente. Ma malgrado ogni sforzo della diplomazia, il permesso le venne negato.
L`episodio certamente più famoso resta comunque quello di Nadia Comaneci, la ginnasta rumena che all'età di 14 anni vinse tre medaglie d'oro, un argento e un bronzo alle Olimpiadi di Montreal del 1976. Divenuta una celebrità in patria, nel 1989 Comaneci riparò negli Stati Uniti per sfuggire alla dittatura di Nicolae Ceausescu. Una fuga che è stata preceduta e seguita da quella di molti atleti dei paesi dell'ex blocco sovietico: negli anni della Guerra fredda, infatti, moltissimi atleti ungheresi, polacchi, cecoslovacchi, russi hanno fatto perdere le loro tracce approfittando di trasferte oltrecortina.