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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2010 alle ore 15:01.
JOHANNESBURG - Lungo la strada che porta al Soccer City, tra il nulla e Diepsloot, township senza luce né speranza, bancarelle una in fila all'altra, tende che coprono merce trovata chissà dove e messa in vendita per pochi rand. Solo neri in giro: ci vive un milione di persone. È il loro giorno di festa. Si ritrovano, discutono, cercano e offrono occasioni.
Iane ha 23 anni, un sorriso bellissimo e nessun lavoro nonostante un diploma in informatica: «Tengo per la Spagna, vorrei la loro bandiera, ma non ho soldi, così dico buona fortuna con il rosso della mia maglietta». E continua: «Torres mi piace tanto, molto di più di Cristiano Ronaldo, è più simpatico». Anche la sua amica Retvabile vuole la coppa per le Furie Rosse. Zero soldi per una maglietta, veste quella del Sudafrica che le hanno regalato per la fine della scuola. Pochi rand certo, ma ai lobi gli orecchini con un marchio internazionale di abbigliamento sportivo perché i volti di Cristiano Ronaldo e Kakà non arrivano da soli.
Poco oltre le bancarelle, sulla strada, Teko è fasciato di Spagna: «Ho comprato solo sciarpe, t-shirt e bandiere della Spagna: i sudafricani tiferanno per loro». Anche il collega Washington, a un altro incrocio, ha solo rosso: «Il fornitore di Johannesburg mi ha detto che sono stati prodotti pochi oggetti dell'Olanda, invece andranno a ruba quelli della Spagna». Cento rand (10 euro) per una bandiera, 150 (15 euro) per una maglietta: saldi di fine Mondiale. Nello zaino di Washington 50 maglie e 50 bandiere: «Devo vendere tutto, poi il Mondiale sarà finito, e io come campo? Spero che la polizia non sia severa come in passato: mi hanno sequestrato tanta di quella roba…». Lui, nero, tifa Olanda: «Ho visto tutte le partite e il loro gioco è veloce come piace a me».
Vince il gioco, vincono i personaggi, non la storia dell'ultimo secolo di questo paese che farebbe pensare ai bianchi tutti per Sneijder e Robben e ai neri tutti per Iniesta e Xavi. Al grande mercato di Irene anche tanti bianchi che vendono collane, oggetti in legno, in rame. Nicholine è afrikaans: «Sono per l'Olanda, là ho molti parenti e l'arancione è il mio colore». Vicino a lei, Rita, che modella cuori in terracotta: «Vincerà la Spagna perché il loro gioco è quello del Barcellona, perché sono giovani, si conoscono a memoria, hanno energia e tengono palla benissimo senza farla vedere agli avversari. Tutti i sudafricani avranno una bandiera della Spagna perché i giornali dicono che è la squadra più forte, perché sia i bambini sia i grandi scelgono sempre chi vince».