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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2011 alle ore 07:53.
Cedolare secca al 23% per gli affitti a prezzi di mercato. Miniquoziente per le famiglie con figli a carico. Tassa di registrazione al 10% per chi accatasta in ritardo le case fantasma. Garanzie che sia lo stato a ripianare le perdite di gettito prodotte dalla cedolare secca. Sono le modifiche principali, insieme all'introduzione di una compartecipazione Irpef da 4 miliardi e alla promessa di rimettere mano con un futuro provvedimento alla diatriba Tarsu/Tia, che il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, è pronto a introdurre al decreto attuativo sul fisco municipale. Per puntellare l'impalcatura dell'imposizione immobiliare.
Con il federalismo compartecipazione Irpef per i sindaci da 4 miliardi (di Eugenio Bruno)
La cedolare secca. Prima ancora di nascere l'imposta sugli affitti rischia di vedere duplicate le proprie aliquote. Per i contratti a canone concordato la soglia con cui tassare i redditi Irpef da locazione resterebbe al 20%; per quelli a canone libero passerebbe al 23 per cento. Un innalzamento che, politicamente, va incontro alle perplessità di Pd e Fli e, tecnicamente, conta di limitare le possibili perdite di gettito. Quel 3% in più servirebbe a finanziare le detrazioni per gli inquilini con figli a carico ipotizzate dal governo per accogliere sia le richieste di quoziente familiare dell'Udc sia l'appello a risolvere il «conflitto di interessi» tra proprietario e affittuario caro al futurista Mario Baldassarri. Ma anche i sindaci stanno per incassare il loro "dividendo" con la garanzia che sia l'erario a farsi carico delle perdite di gettito eventualmente createsi nel passaggio da un prelievo in base al reddito a uno di tipo sostitutivo. Magari attribuendo allo stato l'80% degli introiti da cedolare secca e ai comuni il restante 20 per cento. Per ragioni di progressività Calderoli ha proposto, inoltre, che il reddito da locazione tassato al 20 o 23% entri nel calcolo del reddito lordo Irpef da utilizzare per l'accesso agli altri sgravi fiscali.
Le stime della Cgia di Mestre sulla cedolare secca
L'impatto della mancata approvazione della cedolare nei comuni
Le altre novità. Regolarizzare le case fantasma oltre i termini o non farlo ed essere scovati costerà di più. Per incentivare i proprietari di immobili sconosciuti al fisco a far emergere il "nero" entro la dead line che il decreto milleproroghe ha portato al 31 marzo, l'esponente del Carroccio è intenzionato a fissare una tassa di registrazione del 10 per cento. Che si sommerà alle sanzioni inasprite dalla manovra estiva per gli inadempienti. Più avanti – con uno dei decreti correttivi che Calderoli spera di varare nella migliore delle ipotesi in primavera – potrebbe arrivare il superamento dell'alternativa Tarsu/Tia attraverso una nuova tassa sui rifiuti basata sulla rendita catastale e non più sulla superficie. Accontentando così almeno in parte il Pd che aveva proposto un'imposta comunale sui servizi che accorpasse Tarsu e addizionale Irpef.