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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2011 alle ore 11:09.

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Ore 17,22 . Lungo applauso quando Napolitano cita il Papa. Anche dei leghisti
Un lungo applauso unanime dall'aula della Camera si è levato quando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ringraziato papa Benedetto XVI per il suo mesaggio. «Un messaggio - sottolinea Napolitano - che sapientemente richiama il contributo fondamentale del Cristianesimo alla formazione, nei secoli, dell'identità italiana, così come il coinvolgimento di esponenti del mondo cattolico nella costruzione dello Stati unitario, fino all'incancellabile apporto dei cattolici e della loro scuola di pensiero alla elaborazione della Costituzione repubblicana e al loro successivo affermarsi nella vita politica, sociale e civile nazionale». All'applauso si sono uniti anche i membri leghisti del governo, ed è stata la prima volta in cui gli esponenti del Carroccio presenti alla cerimonia hanno applaudito. Bossi però non ha applaudito, ma ha più volte battuto sul tavolo, chiaramente in segno di approvazione.

Ore 17,13. Il federalismo rafforzi le basi dell'unità nazionale
Il federalismo deve rafforzare le basi dell'unità nazionale, non deve avvenire il contrario. Questo il monito lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso pronunciato davanti alle Camere riunite a Montecitorio per i 150 anni dell'Italia unita.

Ore 17,05. Per salvare il paese stop alle irresponsabilità
Per salvare l'Italia basta irresponsabilità. Napolitano durante il suo discorso alla camera, ha rivolto un appello: «la condizione della salvezza comune, del comune progresso» dellIitalia impone a tutti la promozione di «un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità».

Ore 16,54 - Nessun applauso dai ministri leghisti. Il giallo Calderoli
I ministri leghisti Bossi e Maroni e il sottosegretario Viale non si uniscono mai agli applausi che si levano nell'aula di Montecitorio, neanche quando punteggiano alcuni punti dell'intervento del presidente Giorgio Napolitano. Neanche quando gli altri ministri in alcuni passaggi del discorso si spellano le mani. Bossi prende di tanto in tanto in mano una pubblicazione che è stata edita per l'occasione dalla Camera. A poca distanza da lui, sullo stesso tavolo, i ministri Brunetta, Alfano e Vito hanno spiegato due piccole bandiere tricolori. Impassibili, Maroni e il sottosegretario Viale. Infine, c'è il "giallo Calderoli": il ministro per la Semplificazione, che era stato visto all'inizio della cerimonia, non sembra più essere in aula. Più tardi risulterà che essendo tutti occupati i banchi del governo, si era accomodato sugli scranni dei deputati.

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