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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2011 alle ore 12:45.

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Il presidente Clinton ne era così convinto che il 17 febbraio del 1998 disse: «Vogliamo seriamente diminuire la minaccia posta dal programma iracheno di armi di distruzione di massa». E per diminuire tale minaccia, bombardò Baghdad. Sempre nello stesso giorno, Bill Clinton aggiunse: «L'Iraq è uno Stato canaglia con armi di distruzione di massa, pronte a essere usate o essere fornite ai terroristi. Se non rispondiamo oggi, Saddam e tutti quelli che lo seguiranno acquisiranno fiducia domani». Nello stesso anno firmò l'Iraq Liberation Act cioè la legge che fece diventare il cambiamento di regime (regime change) a Baghdad la politica ufficiale degli Stati Uniti, ben tre anni prima dell'11 settembre 2001. In un messaggio al Congresso del 19 maggio 1999, Clinton individuò con brevi ma dettagliati paragrafi l'intero arsenale proibito in dotazione a Saddam, quale che risultava agli ispettori dell'Onu. Ed erano «armi chimiche; armi biologiche; missili di lunga gittata; e violazioni sui programmi nucleari».

Hans Blix, il capo degli ispettori Onu, nella relazione presentata al Consiglio di sicurezza il 27 gennaio 2003, due mesi prima dell'avvio della guerra irachena, disse che l'Iraq non collaborava pienamente con le Nazioni Unite, come gli imponevano le risoluzioni, ma anche che mancavano all'appello 6.500 bombe e mille tonnellate di agente chimico, sicché «in assenza di prove contrarie, dobbiamo presumere che di queste quantità non ci sia stata data spiegazione». L'Iraq, continuò Blix, «sostiene di aver prodotto 8.500 litri di questo agente biologico bellico, ma dice di averli distrutti nell'estate del 1991. Ha fornito poche prove, nessuna convincente sulla loro distruzione. Ci sono però forti indicazioni che abbia prodotto più antrace di quanto dichiarato (…). Dovrebbe ancora esserci». Sempre Blix, il 14 febbraio, un mese prima della guerra, disse al Consiglio di sicurezza: «Un'altra questione, ed è una questione di grande importanza, è che su molte delle armi e dei componenti proibiti non è stata data spiegazione. Non si può saltare alla conclusione che esistano. Comunque questa possibilità non è esclusa».

Qualche mese prima, il 23 settembre 2002, Al Gore disse: «Sappiamo che Saddam ha nascosto rifornimenti segreti di armi chimiche e biologiche in tutto il paese». Al Gore poi ha vinto il Nobel per la Pace.
Allora non c'era uomo politico, giornale liberal, risoluzione Onu, rapporto di intelligence, paese straniero che non fosse certo della presenza di armi di sterminio in Iraq. I due principali paesi contrari alla guerra, per esempio, sono stati la Francia e la Germania. Ma non avevano dubbi sulle armi di distruzione di massa irachene. L'ambasciatore francese Dominique de Villepin al Consiglio di Sicurezza disse: «Sulle armi chimiche, abbiamo prove della sua capacità di produrre Vx e iprite. Su quelle biologiche, la prova fa pensare a un possibile possesso di grandi quantità di antrace, tossina di botulino e, probabilmente, a capacità di produrli». L'ambasciatore tedesco aggiunse: «Tutti i nostri governi credono che l'Iraq abbia prodotto armi di distruzione di massa e che continui a farlo». Oggi fanno finta tutti di dimenticarlo.

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