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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2011 alle ore 16:12.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2011 alle ore 12:40.
Ore 19,56. Bersani vede Fini. Mozione di sfiducia? Si decide domani
Pier Luigi Bersani è stato più che abbottonato sul vertice di questo pomeriggio nello studio di Gianfranco Fini con, tra gli altri, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli.«Abbiamo fatto due chiacchiere con il presidente Fini», si è limitato a dire il segretario del Pd all'uscita, accompagnato da Dario Franceschini, senza svelare se sia stata decisa una mozione di sfiducia al premier Silvio Berlusconi. «I capigruppo di opposizione si riuniranno domani mattina e decideranno il da farsi», ha detto, anche sul rendiconto generale dello Stato. Nella riunione, ha aggiunto soltanto, «si è discusso delle diverse scadenze parlamentari».
Ore 19,52. Frattini: normale apertura all'Udc
«Quella con l'Udc è un'apertura normale». Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, indicando così quale sia il soggetto politico a cui per primo lui ha rivolto l'invito ad aderire con responsabilità alla maggioranza di Governo.
Ore 19,50. Crosetto: non sono io la gola profonda
Il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, nega di essere il misterioso interlocutore che al telefono con Franco Bechis usa tona piuttosto duri nei confronti del premier Berlusconi e della sua intenzione di non dimettersi.
«Qualcuno probabilmente - ha affermato in una nota - si sta divertendo un po' alle mie spalle. Nessun problema. Mi auguro che sia lo stesso Bechis a dire la verità per evitare strumentalizzazioni».
Ore 19,49. Berlusconi: prima riforma costituzionale, poteri al premier
«La prima riforma costituzionale necessaria è quella che dia al premier gli stessi poteri dei suoi colleghi europei, a cominciare dalla possibilità di imporre una linea al ministro dell'Economia, altrimenti non è un premier». Così Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente a un incontro del Pdl a Monza.
Ore 19,34. Berlusconi: non siamo attaccati alla cadrega, abbiamo la maggioranza
«Non siamo attaccati alla cadrega (sedia in lombardo) e sono convinto che domani avremo la maggioranza, per fare le riforme che anche l'Europa ci chiede e che servono a rilanciare l'economia». Lo afferma Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente a un incontro politico a Monza dove è presente tra gli altri Paolo Romani. «Andiamo avanti e vediamo di superare lo scoglio del voto di fiducia nei prossimi giorni». Serve, ha detto, «una maggioranza capace di fare le riforme costituzionali». Se gli schemi parlamentari «portassero a un ribaltone nel quale la sinistra va al governo non saremmo in democrazia». E ha aggiunto: «Non faremo mai un governo di larghe intese».
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