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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2012 alle ore 13:02.

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Giuseppe GuzzettiGiuseppe Guzzetti

Chiudo questi ringraziamenti con un grazie speciale a quei ragazzi seduti nei palchi di fronte a me, che ci hanno fatto l'onore e il dono di essere qui con noi oggi. Sono una rappresentanza dei bambini e dei ragazzi del Centro Padre Nostro di Palermo, che insieme ad alcuni operatori del volontariato, partecipano a un'importante iniziativa sostenuta da molte nostre Fondazioni: le crociere di Nave Italia, il brigantino a vela più grande del mondo, che è ancorato in questi giorni nel porto del capoluogo siciliano, in omaggio alla celebrazione del centenario dell'Acri. Questo brigantino naviga lungo le coste del nostro Paese e ha permesso sinora a più di 3.500 ragazzi portatori di disabilità psicofisiche e adolescenti in difficoltà di vivere l'avventura del mare. Realizzata dalla Fondazione Tender To Nave Italia, che è stata costituita dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano, l'iniziativa consente ai ragazzi di navigare a vela per cinque giorni lungo le coste del Tirreno e dell'Adriatico, in un'esperienza che ha obiettivi terapeutici e formativi. A tutti loro auguriamo buona navigazione, non solo per mare ma nella vita.

Credo che il XXII Congresso, con la fondamentale Carta delle Fondazioni di recente varata dall'Acri, ma che nei prossimi mesi dovrà trovare la sua concretizzazione negli statuti delle singole Fondazioni, chiuda idealmente un ciclo, più che decennale. Sono infatti passati dodici anni dal XVIII Congresso Nazionale, che si tenne a Torino nel maggio 2000. Ero da poco presidente dell'Associazione e lo ricordo con chiarezza. Si era svolto in un clima di positiva attesa, di ottimismo e di forte impegno a dare attuazione alla riforma "Ciampi" (legge n. 461/1998 e decreto applicativo n. 153/99), da pochi mesi finalmente legge. Avevamo cominciato ad avviare le Fondazioni verso un percorso che le avrebbe portate a sviluppare un'identità "nuova", dalle grandi potenzialità per il Paese e per la società civile. Sul fronte delle banche, liberamente, senza forzature e senza schemi predefiniti, prim'ancora dell'entrata in vigore della Ciampi, si erano realizzati processi di aggregazione che avevano contribuito alla nascita e al rafforzamento di grandi gruppi bancari nazionali, mentre intorno ad altre Casse stavano crescendo interessanti gruppi bancari regionali, ed altre Casse ancora, nella loro autonomia, rafforzavano la propria posizione a livello locale.

È, dunque, in questo clima positivo che a fine 2001, il Governo, con la legge finanziaria per il 2002 - esattamente con l'art.11 della legge n. 448/2001 - bloccò di fatto, temporaneamente, questo processo evolutivo, tentando di modificare in profondità la riforma "Ciampi", con la messa in discussione, nei fatti, della natura privatistica delle Fondazioni e della loro autonomia gestionale. Quelli immediatamente successivi furono anni complessi, in cui la gran parte delle nostre energie venne concentrata nel superamento di quest'empasse.

Il Congresso del 2003, dunque, che si tenne a Firenze in giugno, venne celebrato in una fase cruciale del dibattito su questa riforma: si era in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, a cui il Tar del Lazio, dopo il ricorso dell'Acri e di alcune Fondazioni, aveva rimesso gli atti, ravvisando la sussistenza di profili di illegittimità costituzionale di quell'articolo 11.

Ricordo ancora che al Congresso di Firenze esprimemmo il preciso auspicio che le nostre Fondazioni potessero finalmente godere di un assetto giuridico stabile, che confermasse la loro identità di soggetti privati nella forma e nell'essenza, quali la storia e la stessa normativa le avevano definite nel tempo. E così fu.

Qualche mese dopo il Congresso fiorentino, la Corte Costituzionale si pronunciò con le sentenze 300 e 301 del 29 settembre 2003, facendo chiarezza sul ruolo e sull'identità delle Fondazioni di origine bancaria, che furono consacrate come "persone giuridiche private dotate di piena autonomia statutaria e gestionale" collocate a pieno titolo "tra i soggetti dell'organizzazione delle libertà sociali". In sintesi, la Corte Costituzionale aveva affermato che l'evoluzione legislativa intervenuta dal 1990 aveva spezzato quel "vincolo genetico e funzionale", "vincolo che in origine legava l'ente pubblico conferente e la società bancaria" e "trasformato la natura giuridica del primo in quella di persona giuridica privata senza fine di lucro (art. 2, comma 1, del d. lgs. n. 153) della cui natura il controllo della società bancaria, o anche solo la partecipazione al suo capitale, non è più elemento caratterizzante".

I pronunciamenti della Corte Costituzionale, intesi a configurare in maniera risolutiva l'identità delle Fondazioni di origine bancaria appartenenti ai "soggetti dell'organizzazione delle libertà sociali", privati e autonomi, furono poi ripresi dal regolamento attuativo (D.M. 18 maggio 2004, n. 150) della legge n. 448, concludendo, così, il lungo periodo di incertezza che aveva condizionato l'operatività delle Fondazioni e permettendo loro di dispiegare appieno il proprio ruolo a favore delle comunità locali di riferimento e dell'intera collettività nazionale.

Con l'assoluta certezza che le Fondazioni, come stabilito dalla legge "Ciampi", sono e vanno considerati come enti non lucrativi, dotati di piena autonomia statutaria e gestionale, che perseguono scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico, si arrivò al XX Congresso, svoltosi a Bolzano nel giugno 2006. È in quell'occasione che l'on. Tremonti, nella veste di Ministro dell'Economia e delle Finanze, riconobbe alle Fondazioni di coprire un ruolo ormai fondamentale per il Paese.

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