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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2012 alle ore 16:14.
Michael Phelps, 27enne di Baltimora, è l'uomo che più di altri nella storia ha imparato ad addomesticare l'acqua per tagliarla in eleganza e potenza come un delfino. Meglio di lui, nel nuoto internazionale, nessuno mai. Più dell'altro mito della vasca, americano come lui, Mark Spitz. Più di Carl Lewis nell'atletica. Più della leggenda finlandese del fondo, Paavo Nurmi. Ecco, Phelps ha fatto meglio di tutti. Anche di Spitz, che da sempre considera l'esempio da seguire e da superare. Sì, perché si dà il caso che lo "squalo" di Baltimora abbia messo da parte fin qui 14 medaglie d'oro nelle due ultime edizioni dei Giochi olimpici ai quali ha partecipato, Atene 2004 e Pechino 2008. E non abbia alcuna intenzione di fermarsi. A Londra lotterà come sempre per migliorare il proprio personalissimo score. Per dimostrare che il campione da battere è ancora lui. Ieri come oggi. Altro che fame di vittorie agli sgoccioli e passione al tramonto per via di quella tendenza un po' naif ad accumulare sponsor e denaro. Phelps è ancora il numero 1. Provare per credere.
A Omaha, sede degli ultimi trials Usa, si è ripetuta la sfida che infiamma da qualche anno gli appassionati del nuoto di ogni latitudine. Michael Phelps contro Ryan Lochte, per il dominio delle piscine di Londra e dintorni. Ancora loro, i migliori al mondo. Ha vinto Phelps per 4 a 2, ma faticando non poco per tenere a bada il suo avversario più agguerrito. Lo squalo ha superato Lochte nei 200 stile libero, nei 100 e 200 farfalla e nei 200 misti. Lochte ha restituito la cortesia nei 400 misti e nei 200 dorso. Ma il confronto più acceso si è avuto nei 200 stile libero e nei 200 e 400 misti. In queste gare è stata battaglia aperta. Come da copione. La distanza tra i due all'arrivo? Qualche centesimo di secondo, forse meno. Praticamente, nulla. Phelps e Lochte partono alla pari e promettono spettacolo ogni volta che scendono in acqua.
Tuttavia le Olimpiadi declinate al nuoto sono anche e soprattutto questione di strategia, oltre che di talento. Il tempo passa per tutti e nemmeno un fuoriclasse come Phelps può permettersi l'ardire e il diletto di partire alla volta di Londra con l'obiettivo di vincere tutte le gare alle quali avrebbe potuto e voluto partecipare. Da qui, la scelta che segnerà inevitabilmente il percorso olimpico del campionissimo. Su consiglio del suo fidatissimo allenatore Bob Bowmann, Phelps ha deciso infatti di rinunciare ai 200 stile libero, specialità nella quale avrebbe fatto parecchia fatica a tenere a bada i compagni di squadra ma anche gli asiatici. Una gara in meno, quindi, dalle 8 di Pechino alle 7 di Londra. Per centrare l'ennesimo successo a cinque cerchi. Per scrivere un'altra pagina di trionfi nel suo personalissimo diario. Sempre più in alto, sempre più leggenda.
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