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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2012 alle ore 15:32.

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Onesta, orgogliosa, precisa, saggia e infinita. Questa è l'Italia che vorremmo, questa è l'Italia che ogni giorno, in silenzio, vince crisi economiche e d'identità.

A Londra 2012 è andata in scena tutta la nostra ricchezza, caso Schwazer a parte (ora basta flash sulla sua vicenda umana e sportiva, a patto che dica i nomi di tutti coloro che l'hanno aiutato a distruggere vita e carriera con l'Epo).
Tania Cagnotto, per due volte a un soffio dal podio nei tuffi, ha affogato nell'acqua della piscina idromassaggio le sue lacrime. Poi, davanti alla tv: "Non ho rimpianti, adesso sto solo male, ma so che la vita è altro". E Giorgio, il papà-allenatore, è stato più allenatore che papà nel commento: "Serviva la gara perfetta e Tania non l'ha fatta". Una coppia di onestà adamantina: anche il ct della Nazionale, Cesare Prandelli ha riconosciuto che l'immagine della sua Olimpiade è Tania Cagnotto: "perché non dobbiamo pensare che la vittoria sia l'unico obiettivo, ci sono altri valori".

Come quelli di Massimo Fabbrizi, argento nella fossa olimpica. Stringendo il tricolore, ripeteva: "Per questo morirei". Sarà stato orgoglioso il capo dello Stato Napolitano, e lo siamo, tantissimo, anche noi. Come ci siamo riconosciuti in Jessica Rossi, un sorriso di provincia, sano e bellissimo. Una mano ferma e una testa impermeabile al cuore che batte a mille, tanto da centrare 99 piattelli su 100, perché altrimenti, ora che è tornata nella sua Emilia, cui ha dedicato l'oro di Londra, che si metterebbe a fare se non colmare quella lieve sbavatura: quell'unico piattello mancato è la ragione del suo domani. E' la ragione del domani di tutti noi, andare oltre, sfidare avversari e record.
E la signora dei record è una splendida donna di 47 anni, Josefa Idem, che pagaia da quando ha l'età della ragione. Nata tedesca, ora italiana, otto Olimpiadi sotto due bandiere, nove finali e infine il quinto posto di Londra. Dove la troviamo un'infinità simile? Solo naufragando dolcemente nelle acque che lei ha dominato.

Infine, l'ultimo flash dell'Italia 2012 non viene da Londra ma andrà a Rio 2016: la friulana Alessia Trost ha 19 anni e un mondiale juniores di 1,92 metri nel salto in alto. Di Alex Schwazer ha detto: "Non è stato tradito dal desiderio di vincere, ma dalla paura di perdere". Proprio così: ed è un monito perché federazioni, allenatori e manager sappiano crescere i talenti come fiori preziosi, colorati e tenaci.
Noi siamo così, grazie agli azzurri che ce l'hanno ricordato e l'hanno ricordato al mondo. Abbiamo bellezza e sogno: non dimentichiamolo nel buio dei giorni.

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