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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2012 alle ore 12:58.

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Il calcio alle Olimpiadi, piacevole passerella per giovani in cerca di visibilità internazionale, un'emozione da prima volta per le gare che portano in zona medaglia, e poco altro. Già, perché le stelle di prima grandezza non sono gradite negli appuntamenti a cinque cerchi. Nel 1992 il Cio ha dato il via libera per schierare giocatori professionisti, ma soltanto a patto che gli stessi non superassero i 23 anni.

Vero, c'è la possibilità di far giocare fino a 3 fuori quota, tuttavia non cambia la sostanza delle cose. Le Olimpiadi del calcio si chiamano di fatto Mondiale Under 23, con l'aggravante mica da ridere che le 16 squadre che prenderanno parte al torneo di Londra sono state selezionate con criteri per lo meno discutibili.

Quattro squadre africane, 3 asiatiche, 2 del Centro America, 1 dell'Oceania, 2 del Sud America, e appena 3 europee. Che diventano 4 se consideriamo anche la Gran Bretagna, qualificata di diritto in quanto Paese ospitante. E che soltanto per l'occasione ritrova lo spirito unitario che non sfoggiava su un campo da calcio da ben 50 anni. Certo, le Olimpiadi sono un bene da preservare contro tutti e contro tutto, anche contro lo strapotere del denaro e le storture in stile Mondiale che chiudono le porte con accessi ridotti e pure di più a selezioni asiatiche o africane. Ma da qui all'eccesso opposto, ce ne passa.

E non è un caso che proprio ogni 4 anni il calcio meno celebrato si ribelli. Basta dare un'occhiata all'albo d'oro delle ultime edizioni per capire meglio le dimensioni del fenomeno. Nel '92, Spagna prima, Polonia seconda, Ghana terzo. Nel '96, Nigeria medaglia oro, Argentina argento, Brasile bronzo. Nel 2000, nell'ordine, Camerun, Spagna e Cile. Nel 2004, Argentina, Paraguay e Italia. Nel 2008, a Pechino, Argentina, Nigeria e Brasile. Come dire, c'è spazio quasi per tutti. L'importante è che si tratti di squadre Under 23 e che i fenomeni, quelli già popolari in tutto il mondo, siano al massimo tre per parte. Insomma, professionisti, ma anche no. Quanto basta per non cambiare canale e avere un minimo sindacale garantito in materia di spettacolo.

Si diceva, 16 formazioni al via, suddivise in 4 gironi. Formula Mundial. Nel gruppo A sono state inserite Regno Unito, Senegal, Emirati Arabi e Uruguay. Nel B, Messico, Coread del Sud, Gabon e Svizzera. Nel C, Brasile, Egitto, Bielorussia e Nuova Zelanda. Nel D, l'ultimo, Giappone, Marocco, Honduras e Spagna, che evidentemente non sarà la squadra che qualche settimana fa si è aggiudicata l'Europeo prendendo a ceffoni l'Italia di Prandelli.
Ecco, l'Italia non ci sarà. La ragione è presto detta: nei playoff per l'Europeo 2011, l'Under 21 azzurra è stata battuta dai pari età della Bielorussia. Fuori dalle Olimpiadi dopo 7 edizioni. Calcio d'inizio il 26 luglio, finale il 9 agosto.

I giocatori di casa nostra, quelli più attesi. A Londra giocheranno alcune conoscenze del nostro calcio. Eccoli: El Kaddouri (Brescia), Hegazy, Neto, Behrami e Kharja (Fiorentina), Pato e Thiago Silva (Milan), Juan (Inter), Morganella (Novara), Aquirregaray, Hernandez e Arevalo (Palermo), Polenta (Bari), Ramirez (Bologna), e Cavani (Napoli). A proposito invece di stelle che giocano all'estero, come non tributare il giusto omaggio al gallese Ryan Giggs, 38 anni e una carriera intera a raccogliere trofei con la maglia del Manchester United? Tra gli altri, Luis Suarez, richiestissimo attaccante uruguagio che gioca nel Liverpool, Giovani Dos Santos, messicano ex Barcellona ora al Tottenham, lo spagnolo Mata del Chelsea, e il trio dei sogni carioca, Neymar, Damiao e Hulk.

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