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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2012 alle ore 13:27.

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(Jamie Squire/Getty Images/AFP)(Jamie Squire/Getty Images/AFP)

Il costo dei biglietti, la sicurezza, i trasporti, il numero effettivo degli spettatori, il reale impatto economico. Davvero un bel rebus da risolvere, quello di Londra 2012. perché se sarà il cronometro a dirci chi avrà la meglio tra Bolt e Blake, o tra Phelps e Lochte, di certo meno affidabili gli strumenti che abbiamo in mano per valutare il reale impatto economico dei Giochi, in un quadro economico difficile da decifrare e reso fragilissimo dalla crisi finanziaria internazionale. E allora, per capire meglio cosa accadrà, sarà bene stabilire alcuni assi d'orientamento fondamentali, e magari guardare cosa è accaduto in passato, all'ombra del Big Ben

Tempi – Diffidate da report entusiastici che già ora ipotizzano ricavi record per i Giochi londinesi, impennata di consumi, aumenti a due cifre di turisti. Nel quadro economico attuale, serve almeno un quinquennio per valutare il reale impatto di un evento globale come le Olimpiadi. Del resto, la parola chiave per l'affermazione di Londra 2012 è stata proprio "legacy", "eredità": quella che giochi vogliono lasciare alla città, soprattutto all'East End, trasformato a livello architettonico e sociologico dall'arrivo del fuoco d'Olimpia. Altre due osservazioni, a proposito di tempi. La prima: Sicuri che nel quadro economico attuale sia ancora saggio assegnare i Giochi con un anticipo di sette anni? O magari un arco di tempo più stringente non permetterebbe di individuare con maggiore efficacia i paesi più pronti e più adatti a organizzare i Giochi?

Calendario – L'altra osservazione nasce dal calendario dei prossimi grandi eventi: 2014: mondiali di calcio in Brasile e Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia; 2016 Olimpiadi a Rio de Janeiro; 2018 Mondiali di calcio in Russia; 2022 in Qatar. E per i Giochi del 2020 restano in corsa Madrid, Tokio e Istanbul (si decide a settembre 2013 nel congresso Cio di Buenos Aires). Domanda che s'impone, date e sedi alla mano: l'Europa Occidentale, culla dello sport moderno, sarà ancora in grado di ospitare questi grandi eventi in futuro?

Turismo – E' una delle voci più controverse del dossier londinese, visto che i prezzi degli hotel alle stelle ed il timore di una Londra troppo affollata pare infatti abbiano spaventato molti dei visitatori "non-olimpici": secondo una stima di inizio anno del Wall Street Journal, nel 2012 Londra ospiterà esattamente lo stesso numero di turisti che nel 2011 (circa 30 milioni), così come non miglioreranno gli introiti legati al turismo (22 milioni di euro). Lo stesso Locog ha ridimensionato alcune stime: nel 2008, l'ente aveva prenotato 40.000 camere d'albergo. Già a gennaio 2012, però, diecimila prenotazioni sono state annullate. Le stime attuali parlano di 450mila visitatori per i Giochi, e di oltre 5 milioni di persone che visiteranno la capitale per il tempo minimo di un giorno. Ma la vera sfida – come dimostrato dalle precedenti edizioni – è un'altra: evitare l'effetto "fuga dalle Olimpiadi"dei residenti abituali, in questo caso dei londinesi che nulla vorranno aver a che fare con traffico, caos, viabilità, smog e turisti a cinque cerchi. Un segno "meno" di cui non sempre è facile stimare l'impatto nel business olimpico

La storia – Costi dei biglietti, maltempo, sforamento del budget. Se è vero che il caos generato sul tema sicurezza dal flop dell'azienda G4S (Group 4 Securicor) ha destato scalpore e polemiche (ma meglio che sia emerso prima, piuttosto che a Giochi in corso...), altri problemi di Londra 2012 sono sono in realtà "grandi classici" di ogni avventura olimpica. Basti pensare che nel 1908 la prima Olimpiade londinese venne salvata in extremis dal flop finanziario solo da una sottoscrizione popolare lanciata dal Daily Mail, che ebbe tanto successo da garantire alla British Olympic Association un attivo di 6mila sterline a fine Giochi! Ma il caro-biglietti (unito a un meteo che alternava giorni torridi a altri piovosi) lasciò spesso deserte le tribune dello stadio di White City. E un profitto di 29.420 sterline venne registrato anche dall'edizione del 1948, pure celebre come la più parsimoniosa della storia. Ma solo la grancassa dei media risvegliò all'ultimo istante l'attenzione dei britannici, alle prese come tutti con un dolente dopoguerra: la propaganda stimolò il mercato interno dei biglietti, fallimentare invece oltre i confini patrii. Senza considerare, poi, le economie di scala generate dall'impiego di buona parte di quei 400mila prigionieri di guerra al tempo non ancora rimpatriati: preziosa manodopera a costo zero. Insomma, i precedenti giocano a favore di Lord Coe e soci, ma solo il tempo ci dirà se l'azzardo olimpico è stato vinto

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