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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2012 alle ore 14:00.

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Casi di doping, dispute tra gli atleti e le federazioni, finali al fotofinish.
Su queste e altre spinose questioni, durante le Olimpiadi di Londra al via nella capitale inglese questa sera, ad avere la parola finale sarà il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) o Court of Arbitration for Sport, organizzazione giudiziale sportiva che ha sede a Losanna, in Svizzera, e che ai Giochi Olimpici ha mandato una delegazione ad hoc.

Il Tas é una vera e propria corte arbitrale creata per risolvere le controversie sportive internazionali, e che durante i Giochi olimpici gioca un ruolo fondamentale in quanto deve fare giustizia su casi delicati e spesso unici sotto la pressione di una audience mondiale.
In particolare, ai Giochi il Tas invia una delegazione selezionata ad hoc, che durante l'intera durata delle competizioni avrà un ufficio a Park Lane, nel cuore di Londra, eletto quartiere generale della giustizia sportiva. Una tradizione che si rinnova dai giochi di Atlanta del 2006.

Lo scorso 9 luglio, il Tribunale ha reso noti i nomi dei 12 arbitri che prenderanno parte ai giochi, guidati dal giudice portoricano Juan Torruellan e dalle svedese Gunnar Werner. A rappresentare l'Italia sarà Massimo Coccia.
Per risolvere qualsiasi disputa durante i Giochi, i giudici avranno un massimo di 24 ore, lavorando giorno e notte per non fermare il carrozzone dei Giochi.

La prima decisione annunciata dal Tas per questa decisione dei Giochi riguarda il cavaliere sudafricano Alexander Peternell, ordinando al Comitato olimpico del suo paese per le gare di Londra. Peternell si era rivolto al Tribunale contestando la scelta della sua Federazione, che lo aveva escluso preferendogli un altro cavaliere, Paul Hart, nonostante avesse un ranking inferiore al suo. Il Tas ha dato ragione a Peternell, che si prepara ora a gareggiare.

Spostandoci in Italia invece, a inizio luglio il velista Pietro Sibello si era rivolto al Tas contro il verdetto del CONI, che gli aveva rifiutato l'idoneità agonistica per partecipare all'Olimpiade.
Il Tas aveva tuttavia respinto per incompetenza il ricorso del velista spiegando che non è stato possibile incardinare alcuna procedura di arbitrato sulla base delle argomentazioni avanzate da Sibello.

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