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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2012 alle ore 12:41.

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Calcio matto alle Olimpiadi. Mentre tutti si aspettavano lo show dei campioni che giocano nelle squadre più titolate, gli altri, i giocatori dei quali nessuno ha mai sentito parlare, si sono divertiti a mettere in crisi le difese avversarie. Con un gioco brillante e a tratti davvero convincente. Roba da non credere ai propri occhi. Erano gli Emirati Arabi e sembrava il Brasile. Per la gioia di tutti coloro che speravano di assistere a incontri divertenti.

E per l'entusiasmo, certo interessato, degli osservatori dei club di tutto il mondo che ieri si sono dati appuntamento negli stadi del calcio olimpico britannico per prendere nota sul taccuino dei talenti più promettenti e dal prezzo relativamente basso. Sì, perché le Olimpiadi del pallone sono spesso una scoperta. Si qualificano per le fasi finali del torneo maschile formazioni che generalmente non frequentano i palcoscenici più importanti del calio internazionale. Per dire, quando mai ci capiterà di vedere ai Mondiali una sfida tra Bielorussia e Nuova Zelanda? O tra Gabon e Svizzera? Per non parlare di Emirati Arabi-Gran Bretagna, quasi una primizia. E allora, spazio alla fantasia, si entra nella dimensione del tutto è possibile e ci si lascia trasportare dalle magie di perfetti sconosciuti che approfittano dell'occasione per dimostrare di essere pronti per il grande salto nel calcio che conta.

Le bellissime 4 fanno fatica. Prima giornata, gruppo A. In campo, Emirati Arabi e Uruguay. Come dire, Pro Patria-Juventus, giusto un riscaldamento o poco più. Troppo forti i sudamericani che possono contare su Cavani, Suarez e Ramirez. Troppo deboli i semi-professionisti che da qualche tempo ricevono nel loro campionato le visite di ex fuoriclasse in vacanza premio. Nulla di più sbagliato. La squadra asiatica gioca alla brasiliana, con un tocco di palla che strappa l'applauso e una capacità di costruire azioni importanti che non ti aspetti. Passa addirittura in vantaggio grazie a un gol del 29enne Ismail Matar, bandiera dell'Al-Wahda e bomber della Nazionale. A cambiare le sorti dell'incontro ci pensa poi su punizione un ispiratissimo Ramirez, talentino del Bologna. Nel secondo tempo, l'Uruguay passa avanti con un gol di Lodeiro. Tre punti per la Celeste, ma che paura per gli uomini di Tabarez.
In serata, arriva il debutto olimpico della squadra di casa, che in questa edizione ha deciso, suo malgrado, di unire le forze per raggiungere il podio. Gran Bretagna-Senegal, ci risiamo. Tanti a pochi. Giggs, Bellamy, Ramsey e Sturridge contro le migliori promesse del calcio senegalese. Anche qui, altra sorpresa. Passa Bellamy al 20' del primo tempo. Pareggia il 19enne Konatè a 8 minuti dalla fine. Old Trafford in silenzio e gioia africana. Poco prima del triplice fischio, la Gran Bretagna colpisce una traversa. Giusto così, il Senegal merita il pari.

Al Millennium stadium di Cardiff, in Galles, va in scena per il gruppo C la partita delle stelle. Il Brasile se la deve vedere con l'Egitto. I bookmakers quotano la vittoria dei Nordafricani con proposte da capogiro. Impossibile che succeda il patatrac, lasciano intendere. La selezione carioca punta all'oro, altro che storie. Infatti, pronti e via, e i brasiliani fanno scuola. Ballano con il pallone Neymar, Leandro Damiao e Oscar. Uno spettacolo. Che viene seguito con interessa anche dalla panchina dei fenomeni, dove siedono, udite udite, Ganso, Pato e Lucas, l'uomo dei desideri dell'Inter. Quando si dice, l'abbondanza. Rafael, Damiao e Neymar, tre capolavori, 3 a 0. Tutti negli spogliatoi. Al rientro in campo, cambia la partita. Il Brasile vuole dosare le energie e lascia il pallino dell'azione in mano agli avversari, che per due volte infilano un incolpevole Neto: 3 a 2 al 32'. L'Egitto del post rivoluzione spera nel colpaccio, che però non riesce. C'era già chi pensava a un altro bagno di folla sulle strade de Il Cairo.

Europei-Mondiale-Europei. La Spagna vuole chiudere il cerchio e portare a casa una medaglia olimpica, possibilmente del metallo più prezioso, che quando si è abituati a vincere, tutto sembra possibile. Sulla carta, l'esordio a Londra 2012 non pare proibitivo. All'Hampden Park di Glasgow le Furie Rosse 2.0, vale a dire gli Under 23 spagnoli più tre stelle fuori quota, incontrano le nuove leve del Giappone. Dovrebbe essere una passeggiata e passeggiata sarà. Ma per i giocatori dagli occhi a mandorla. Che dall'inizio della gara mettono sotto gli avversari con una velocità di esecuzione da far invidia ai maestri di Sushi. Al 34' ecco il gol che certifica una superiorità senza sbavature. Segna Otsu, 22enne che gioca in Germania, nel Borussia Monchengladbach. Risponde Mata, con un tiro prodigioso che però viene parato da un super Gonda, portiere extralusso. Quindi, Spagna in 10 per l'espulsione così così di Inigo Martinez. E fine della gara. Perché il Giappone spreca tantissimo sotto porta e la Spagna non riesce più a controbattere. Giappone 3 punti, Spagna 0. Si parte in salita. Che bellezza.

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