Londra - Una polemica scuote i Giochi di Londra: le tribune sono vuote. L'allarme è provato dalle riprese televisive che mostrano spalti clamorosamente deserti dal Central court di Wimbledon all'Aquatic centre per le batterie del nuoto, ma anche per le finali del trampolino.

Un fallimento? Lord Coe, presidente del comitato organizzatore londinese, lo stesso Seb che fece sognare il pubblico inglese sui 1500 metri qualche Olimpiade fa, fortissimamente nega. «Sono pieni. Quelli che vedete sono riservati alla cosiddetta famiglia olimpica ovvero posti bloccati per sponsor, giornalisti membri dei comitati olimpici nazionali che vanno e vengono dalle arene». Possibile, ma fino a un certo punto perché il senso di desolazione è talvolta opprimente. Ma Seb insiste e poco dopo aggiunge alle considerazioni iniziali una significativa postilla. «E' un trend normale che nelle fasi iniziali delle olimpiadi i posti in mano agli sponsor possano essere vuoti». Come dire si riempiranno. Il caso però non si chiude perché il sistema britannico di assegnazione dei biglietti ha suscitato non poche polemiche.

E così gli sponsors e coloro che gestiscono i posti ne hanno messi un altro migliaio e più in vendita on line. Non solo. E' stato autorizzato il…prestito del biglietto. Come accade per il torneo tennistico di Wimbledon chi esce dal complesso può cedere il pass a chi è fuori e spera di entrare. Turn over per riempire gli stadi, dunque. Ma non basterà e gli organizzatori si affidano a militari e comparse per dare un senso di pienezza alle arene vuote. Lord Coe lo ha confermato irritando il pubblico rimasto senza biglietti mesi fa perché ceduti in pacchetti corporate rimasti, ora, in fondo ai magazzini. Per gli inglesi è un brutto inizio sul fronte organizzativo dopo il successo della splendida cerimonia d'apertura apprezzata dalla stragrande maggioranza degli spettatori. E in attesa di risultati che avrebbero dovuto arrivare subito con le sembianze della bicicletta d'oro di Mark Cavendish, dissolta inaspettatamente sotto le pedalate del kazako Vinokourov.

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