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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2012 alle ore 11:41.

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Federica Pellegrini (Reuters)Federica Pellegrini (Reuters)

Dopo la tempesta, i primi raggi di sole. Federica Pellegrini si è qualificata poco fa alle semifinali dei 200 metri stile libero con il miglior tempo delle batterie. Stasera, ore 20,30, le semifinali. E' già tempo di rivincita. Nostra signora delle piscine, una delle più autorevoli rappresentanti dello sport italiano per risultati e popolarità, con la linguaccia all'arrivo si rifà, almeno sul piano dell'immagine, dalla delusione per l'appuntamento del nuoto in costume intero delle Olimpiadi di Londra, la finale dei 400 metri stile libero, che ha chiuso al quinto posto. Come a Pechino. Anche nel tempo. Allora era stato 4'04"56, ieri 4'04"50. Certo, un'altra storia rispetto al 3'59"15 dei Mondiali di Roma 2009, ma non si può pretendere che tutto vada al meglio, sempre e comunque. Soprattutto, in uno sport come il nuoto, in cui basta un niente per mandare all'aria le fatiche di mesi di allenamento durissimo e costante.

Rabbia? Amarezza? Delusione? Dice la Pellegrini: "Non c'è rabbia per la sconfitta perché ho dato tutto ma non sono riuscita ad andare più forte". La francese Muffat era imprendibile, un fulmine che non ha dato scampo a nessuno. E' stata la più veloce per tutto l'anno, si sapeva che a Londra avrebbe raccolto tantissimo. Eppure, più che del vincitore, atteso ma non abbastanza celebrato, si parla della nobile decaduta. La Divina, che molti dicono abbia perso lo smalto dei giorni migliori e che badi più alle faccende del gossip che a fare bene, possibilmente meglio, in piscina. E via con il valzer delle accuse che non risparmia nessuno. Ecco, parliamo di colpe. Dove sta l'errore? Dove ha sbagliato la Pellegrini?

"Non do colpe a nessuno, anzi le do a me. Nello sport, si vince e si perde – confida alla stampa la Pellegrini -. Non riesco più a trasferire in gara quello che faccio in allenamento. Escludo che sia stato un problema mentale anche se la testa a volte non può fare tutto, ma mi rendo conto che se escludo quello, si pensa poi a un problema fisico". Sì, perché la numero 1 del nuoto italiano ha dovuto lottare in passato anche con gli attacchi di panico, che in diverse occasioni ne hanno condizionato le prestazioni, lasciandola ansimante a bordo vasca in attesa dell'arrivo dei medici. Ansia, stress, dovere di dare sempre il massimo, perché poi gli altri ti giudicano e ti dicono che non sei all'altezza, che sei finita. Che il tuo tempo è passato e che devi farti da parte.

Col tempo, la Pellegrini ha dovuto costruirsi una corazza pesantissima per parare i colpi delle celebrità. Ha 24 anni, ma per temperamento e solidità caratteriale ne dimostra 40. Il tempo passa e porta via tutto. Basta un mezzo passo falso e ciò che si è costruito in anni di gloria e successi finisce nel dimenticatoio. E poco importa se domani ci sarà il tempo di rifarsi e di dimostrare che, in fondo, tutto è come prima. Conta la delusione dell'oggi, che spesso spinge ad analisi affrettate e non del tutto consapevoli. "Voglio fermarmi un anno, poi si vedrà", ha ribadito la più grande campionessa di sempre del nuoto azzurro. Lo aveva anticipato prima della partenza per Londra. Lo ha confermato ieri, poco dopo il patatrac nei 400.

La Pellegrini divide l'opinione pubblica come i grandissimi di ogni tempo. C'è chi la adora per ciò che riesce a fare fuori e dentro la piscina. Perché è libera, dice quello che pensa, anche se talvolta il suo pensiero può sembrare scomodo e non necessario. Lei e Magnini, l'amore e la passione, le interviste sui giornali in cui si parla di sesso e di tradimenti. La Pellegrini mondana, quella in tacchi a spillo che presenzia alle serate di gala. A 24 anni, dopo una vita dedicata quasi interamente al nuoto, il suo primo e grande amore. C'è chi invece non la può vedere. E proprio per le stesse ragioni di chi le assicura appoggio incondizionato. A volte, sembra invidia. Perché chi ottiene tanto dal cielo non merita di godere pure delle simpatie terrene. A volte, semplicemente cattiveria fine a se stessa. Maliziosa e cupa. Triste, probabilmente eccessiva. Domani la Pellegrini tornerà presumibilmente in vasca di nuovo, per la finale dei 200 metri stile libero. E' la sua gara. Una vittoria per tornare a essere venerata. Una sconfitta per tornare ragazza qualunque.

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