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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2012 alle ore 14:10.

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«The world has never seen a girl swimmer». Nel 1943, quando inizia ad allenarla, Charlie Sava può ben dire che il mondo non ha mai visto una ragazzina nuotare: Ann Elizabeth Curtis ha 17 anni (era nata nel 1926 a San Francisco) e divora acqua in piscine che sono solo di uomini, e delle paure della seconda guerra mondiale. Ha 17 anni, poco più della cinese Ye Shiwen, che azzanna l'acqua meglio di Michael Phelps e diventa donna di record e copertine, e polemiche.

Giovani, nuotatrici, star da prima pagina: Ann Curtis negli anni 40, come Ye nel 2012, come Franziska van Almsick che emergeva dalle acque con un'auto bella quanto lei, come Federica Pellegrini con le sue bracciate di rabbia e orgoglio.
Nulla è cambiato in piscina e a bordo vasca. Quando Ann Curtis plana nel mondo degli uomini è una stella già prima di macinare vasche, medaglie e record. Gli americani (e i rotocalchi) adorano i suoi modi gentili e la sua eleganza. Viene da un collegio di orsoline in California, trova in Charlie Sava un allenatore severissimo con metodi al limite della violenza (la faceva allenare con i piedi legati e affaticati dai pesi), vince 34 titoli americani nello stile libero e due medaglie d'oro ai Giochi di Londra 1948.

È prima nei 400 stile libero e nella staffetta 4x100 stile libero: da sola porta a casa un quinto del bottino americano in piscina (dieci medaglie su dieci conquistate dagli atleti Usa). La fama la sommerge: al rientro da Londra, San Francisco la accoglie con una grande parata, le regala le chiavi della città e una cabriolet. Ad Ann Curtis quasi manca il respiro, troppa notorietà, e volevano pure coinvolgerla in un musical. Davvero troppo: la sua massima concessione restano le unghie laccate di rosso (come la Pellegrini dei bei tempi) e tanta dedizione nella scuola di nuoto fondata con il marito Gordon Cuneo.

Molti anni dopo, riflettendo sulla propria carriera, Ann dirà: «Ci hai pensato, l'hai sognata, hai nuotato: nulla è paragonabile al reale». Nulla è paragonabile a quell'ambiente materno e feroce che è l'acqua, con le sue ossessioni, le sue fatiche e le sue medaglie.
L'ha pensato fino alla fine, fino a un mese fa quando è morta a 86 anni.

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