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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2012 alle ore 12:24.
Da solo, ai Giochi ha vinto più di interi Paesi, quali Venezuela, Bahamas, Pakistan e Uruguay. È il Michael Phelps di casa nostra. Edoardo Mangiarotti è un D'Artagnan che con le sue 13 medaglie olimpiche ha attraversato un'intera generazione, da Berlino 1936 a Roma 1960.
Sarebbe stato benissimo in un libro di Alexandre Dumas: tirava di spada e di fioretto, di destra e di sinistra, faceva squadra e faceva il portabandiera (è l'unico col tricolore per due volte, nel 1956 e nel 1960). Tirava, vinceva e scriveva: atleta e giornalista insieme. Sapeva ridere di sé e far ridere. Sapeva smitizzarsi ma era un mito vero. È un mito. Tanto che anche il Comitato di Londra, nel rielaborare la cartina della metro della città con i nomi degli atleti più famosi della storia, ha dato a una fermata il suo nome.
A fine maggio, a 93 anni, Mangiarotti è sceso dalla pedana della vita anche se aveva già in tasca il pass che l'avrebbe portato a Londra perché la sua vita era un intervallo di 3 anni e 11 mesi in attesa dei Giochi. Il cuore, a quell'età fa i capricci, ma lui aveva rinnovato il passaporto e il Comitato olimpico internazionale aveva fatto avere il pass a uno degli ospiti più amati dalla famiglia olimpica. Mangiarotti è l'Olimpiade fatta carne: per le 13 medaglie e per le 17 edizioni che ha seguito. Un record, questo sì.
Ed è come se fosse presente alla 18esima, ...prima che ci arrivi lo squalo di Baltimora. La fiorettista Valentina Vezzali, che il signore delle lame citava come la sua unica vera erede, lo ha ricordato più volte in questi giorni. Oggi, Edoardo Mangiarotti, con la sua eleganza e la sua ironia, controllerà che le ragazze del fioretto (Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Valentina Vezzali: il podio dell'individuale) infilzino la storia ancora una volta: delle oltre 520 medaglie azzurre ai Giochi più di 110 vengono dalla scherma (al secondo posto, lontanissimo, il ciclismo con una sessantina). Il mondo è dei giovani e «i giovani - diceva Mangiarotti - sono la sola certezza». En garde, ragazze. Per voi, per la scherma e per Edo.
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