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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2012 alle ore 19:44.

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Vanessa Ferrari piange a dirotto dopo il quarto posto beffa nella finale di ginnastica alle Olimpiadi di Londra. L'azzurra ha chiuso con lo stesso punteggio della terza, la russa Aliya Mustafina, che ha conquistato la medaglia di bronzo. «Sono già diverse gare che prendo la medaglia di legno, stavolta avevo pensato che ce l'avrei fatta», è lo sfogo dell'atleta azzurra. «Ti sbatti per arrivare a medaglia poi arriva quella che parte con tre decimi in meno di te e ti frega il posto», ha detto la Ferrari in lacrime.

«Brucia abbastanza», dice il tecnico Enrico Casella. «Non voglio fare un processo ai giudici - precisa l'allenatore -, ma non ce ne sono state tre che hanno fatto meglio di lei. Queste d'altronde sono le regole alle Olimpiadi, a Mondiali ed Europei è diverso. E poi non dimentichiamoci che noi siamo l'Italia, davanti abbiamo Stati Uniti, Romania e Russia... Noi siamo più piccolini, con le spalle più strette... Il terzo posto l'ha meritato anche Vanessa, solo che non ti danno la medaglia».

Delusione e beffa, insomma, per l'atleta azzurra nella prova di martedì al corpo libero ai Giochi di Londra. L'azzurra ha chiuso la gara al quarto posto con 14.900 punti, stesso risultato della russa Aliya Mustafina che però è arrivata terza grazie ad un punteggio superiore dato dai giudici aggiudicandosi così il bronzo.
Medaglia d'oro all'americana Raisman, con 15.600, che ha preceduto la romena Catalina Ponor (argento a 15.200).

Lacrime e recriminazioni
L'azzurra Vanessa Ferrari recrimina anche per la decisione dei giudici di non punire l'errore commesso in qualificazione dalla romena Catalina Ponor, poi medaglia d'argento: «Non doveva neanche entrare in finale», dice a chiare lettere la bresciana.

Ma le critiche si scagliano soprattutto sul criterio previsto ai Giochi in caso di parità: in questi casi, infatti, conta il punteggio più alto nell'esecuzione. Un sistema che non convince il tecnico azzurro Casella: «Non voglio dire che c'è qualcosa dietro, ma in caso di pari merito fra due atlete diventa tutto opinabile, è come tirare una monetina», sostiene il coach della Ferrari».

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