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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2012 alle ore 13:43.
Aveva sfiorato il cielo, quasi un peccato di tracotanza, perché il sole lassù brucia. Per questo il salto in alto è fermo dal 1993, ed è uno dei record più longevi dell'atletica. Allora, a Salamanca, il cubano Javier Sotomayor, uno dei più grandi e anche uno dei più discussi (due le condanne per doping), volò sopra i 2,45 metri. Nessuno mai come lui e, dal 1995, nessuno sopra i 2,41.
Sotomayor ha scaraventato il salto in alto nel nuovo secolo, come l'americano Dick Fosbury, nel 1968, l'aveva portato in una nuova era: basta salti costali, ventrali, tutti scelgono lo stile Fosbury, con una nuova rotazione rispetto al salto ventrale.
Dopo tanto tempo, dopo tanti campioni russi e americani, la disciplina cerca un re e una nuova voce. L'oro di Londra se lo giocano l'americano campione del mondo Jesse Williams, il russo Ivan Ukhov e un 24enne inglese, di origini polacche, Robbie Grabarz. Ha vinto l'Europeo a fine maggio e ha saltato 2,36 metri a giugno. È secondo nel ranking mondiale e il Regno Unito lo spinge. Tante bandiere per lui e il rischio che zavorrino prestazioni e sogni. Ma la logica sconcertante e ingenua di Grabarz è la sua forza.
Come sei passato dal 44° posto mondiale nel 2011 al secondo? Ho lavorato bene e questo è il risultato.
Come hai vinto l'Europeo? L'ho deciso.
Ti infastidisce la pressione che hai addosso? È la conseguenza del successo.
Sbruffone e guascone Robbie lo è di certo: il suo punto d'equilibrio è l'allenatore Fuzz Ahmed. Un anno fa lo mette spalle al muro e Grabarz diventa atleta: «Faccio questo – si è detto – da quando avevo 11 anni, ora ne ho 24 e non sono più un ragazzino, né ho scuse».
Si è messo a lavorare, sudare, saltare. Non ha cambiato stile, solo testa e sente il fiato di Londra sul collo. «Voglio essere il migliore al mondo», il suo desiderio, cui mettono le ali anche due orecchie a sventola da primato. Per poi divertirsi con lo spogliarello: «Non sul podio, ma altrove, perché no?». Certo, perché non festeggiare con uno spogliarello, senza chiedere il permesso a sua maestà e ai benpensanti really British.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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