Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2012 alle ore 08:10.
L'ultima modifica è del 07 agosto 2012 alle ore 11:04.

My24
Alex Schwazer (Epa)Alex Schwazer (Epa)

Un popolo in armi quello italiano. Arcieri, schermidori, cecchini nelle forme più diverse che le specialità olimpiche ci consentono di dispiegare come la carabina da 50 metri valsa l'oro ieri a Niccolò Campriani.

C'era un tempo fatto anche di italiani capaci di essere pacifici marciatori. Speravamo che l'epopea di Maurizio Damilano, oro olimpico nel 1980 nella 20 chilometri, potesse essere superata dalla doppietta di Alex Schwazer, 28 anni, favorito per la 50 chilometri di sabato. Il trionfatore di Pechino avrebbe fatto la storia della debole atletica tricolore se avesse conquistato il podio, quello più alto, a Londra 2012. Lo aspettavamo per aggiungere la gloria di un possibile oro, conquistato sotto gli occhi dello stadio olimpico, al bellissimo medagliere delle armi - onore alle emozioni della canoa, del judo, della ginnastica il resto che è meravigliosamente avvenuto e quanto ancora avverrà - che ci tiene in alto in questi Giochi.

Alex non ci sarà, per il rapidissimo e giusto intervento del Coni nei confronti di un atleta che è risultato positivo al test antidoping per assunzione di Epo. Nessuna polemica su errori di valutazione, scambi di provette o quant'altro i precedenti possano evocare, accompagnerà un caso che ha costretto il comitato olimpico italiano ad agire subito, a meno di due ore dalla notifica degli esami. Alex Schwazer ha avuto la dignità di non nascondersi. «Volevo essere forte. Mi assumo tutte le responsabilità», ha detto al suo allenatore. Michele Didoni, il coach, non lo ha perdonato. «Non gli ho voluto chiedere perché l'abbia fatto. A 28 anni si è uomini non ragazzini. È ora di crescere», ha commentato. E forse nemmeno la madre che stava per essere ricoverata in pronto soccorso gli ha domandato il perché.

Resta da chiedersi che cosa passi ora nella testa della sua fidanzata, la pattinatrice Carolina Kostner, mentre per quella dell'atleta di Vipiteno già si sa. «La mia vita con l'atletica è finita, oggi». Ha ragione la carriera è chiusa, ma sbaglia se crede che oltre alle responsabilità anche le conseguenze siano tutte solo per lui. Il danno è imprevedibile e potrebbe essere incalcolabile per lo sport italiano. La storia ci dirà, ma già sappiamo con certezza che quello di Alex è il primo caso di doping - seppure a distanza - che scuote questi Giochi.

Non conta, francamente, il judoka americano Nicolas Delpopolo positivo alla marijuana che ha sostenuto di aver assunto «inavvertitamente», mangiando un dolce. Tesi che fa ridere, ma tant'è, a ognuno la libertà di adottare la linea di difesa preferita. Fra marijuana ed Epo c'è una discreta differenza. La distanza attenua enormemente l'impatto di una pessima figura, ma anche se Alex Schwazer non è qui, con il suo gesto, ha dato all'Italia il peggiore primato di Londra 2012.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.