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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 16:17.

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Gli algoritmi che, a intervalli di millisecondi, senza sosta, regolano miliardi di operazioni finanziarie in tutto il mondo, cambiano natura ogni giorno. Come organismi, evolvono o periscono. Come membri di una comunità nata per generare profitto – dove l'egoismo offusca la legge, talvolta non solo quella morale – si confrontano seguendo gli istinti di sopravvivenza e sopraffazione. I programmatori che li progettano si rincorrono sensa sosta, incarnando la massima latina dell'homo homini lupus. Per farlo, prendono in prestito armi appuntite: gli insegnamenti di scienze solo apparentemente lontane.

Per programmare algoritmi per il trading ad alta frequenza nascono così team interdisciplinari fatti di matematici, fisici, economisti, scienziati sociali, biologi. Che applicano agli indici di Borsa conoscenze di balistica e meteorologia; ma anche sofisticati strumenti di analisi semantiche, modelli di studi comportamentali, matrici biologiche e teorie evoluzionistiche. Il vecchio trader, in ufficio, non c'è più: il software l'ha mandato in pensione; oppure gli permette di andare a giocare a tennis, dopo avergli chiesto poche e sintetiche istruzioni, sufficienti per operare in modo automatico sui mercati. Con quali risultati? Sul lungo periodo non c'è molta differenza nei guadagni. La vera differenza sta nel fatto che l'algoritmo ha prestazioni più regolari: l'uomo perde molto o guadagna molto. Il software, privo di emotività, è invece più sistematico. Certo, aumentando le operazioni, cresce la complessità e il mercato è più instabile, come dimostrano le decine di centinaia di flash crash che avvengono ogni anno sui mercati, puntualmente monitorati dalla società di analisi finanziaria Nanex (www.nanex.net).

In questa caotica guerra al millisecondo è possibile individuare alcuni tratti dominanti. Le strategie di trading ad alta frequenza sono caratterizzate da un corto portfolio holding period, tipicamente da meno di un secondo a un giorno. Le strategie fanno un gran numero di transazioni e ordini con un piccolo guadagno per transazione. Inoltre sono di solito market neutral, cioè la loro performance non è influenzata dal movimento complessivo del mercato. Di solito ma non sempre, come hanno imparato bene i mercati. Durante gli interminabili millisecondi dei peggiori flash crash.


antonio.larizza@ilsole24ore.com
vito.lops@ilsole24ore.com

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