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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 17:12.

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Facebook trasferirà la sua sede in un campus per 9mila dipendenti. In sette anni ha costruito un social network che riunisce su internet quasi 700 milioni di iscritti. Ma non dimentica le sue origini: videogiochi e cucine sono poco distanti dalle scrivanie degli sviluppatori software. Il confine tra casa e ufficio diventa sottile.

Secondo le rilevazioni dell'Ocse la Danimarca ha raggiunto il primato di nazione più felice: è la terza al mondo per la durata del periodo lavorativo durante l'anno, ma sono diffusi accordi sulla flessibilità degli orari.
È un cambiamento culturale profondo. Per la società d'analisi Gartner tra dieci anni il 40% delle imprese avrà compiti non routinari: nel suo studio sottolinea che i gruppi in azienda coinvolgeranno più spesso persone «che si conoscono poco» e «fuori dal controllo delle organizzazioni». Gli edifici labirintici e kafkiani sembrano destinati a diventare un ricordo nelle pagine della letteratura. Emergono uffici liquidi e accessibili ovunque. Che attraverso spazi digitali abilitano la collaborazione anche fuori dai perimetri tradizionali.

Nell'Innovation Campus che Microsoft ha inaugurato a pochi chilometri da Milano le scrivanie non sono rinchiuse in box quadrati, ma diventano un punto di aggregazione all'interno di ampie sale. Ricevono la luce naturale dalle vetrate. Non hanno telefoni fissi con tastiere e cornette: le conversazioni avvengono attraverso i cellulari, oppure davanti agli schermi digitali. Inoltre i dipendenti possono intervenire su documenti archiviati online e modificarli in tempo reale. Hanno bisogno di poca carta.
«Questo ambiente di lavoro coincide con una rivoluzione tecnologica che vogliamo guidare, quella del cloud computing», osserva Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia. È una 'nuvola' di software, piattaforme e infrastrutture informatiche.

L'età media in azienda è di 37-38 anni e gli orari sono flessibili. Evidenzia Scott Jovane: «Così i dipendenti sono più vicini alle famiglie e più presenti con l'ufficio». E sottolinea la parola con: anche l'amministratore delegato siederà in uno spazio comune. Il campus è simile a un organismo che respira. Gli edifici costruiti dal gruppo Vitali hanno ottenuto la certificazione ambientale Leed: sono circondati da 62mila metri quadrati di aree verdi.

Altre aziende hanno già sperimentato ambienti che facilitano la collaborazione e incentivano la produttività. Nokia ha progettato la sua sede a Milano come open space nel 2009. I colleghi siedono a tavoli condivisi e partecipano ai gruppi secondo le esigenze dei processi: la maggior parte ritiene di lavorare meglio rispetto a prima. Soltanto il 10% conserva una scrivania fissa. Inoltre la flessibilità degli orari evita le code nel traffico.

Ad accelerare la trasformazione è la connettività senza fili (wireless), unita al cloud computing: abilita anche all'esterno un accesso rapido ai documenti. «Spesso il proprio ufficio è dai clienti», ricorda Massimiliano Tedeschi, amministratore delegato di Lexmark Italia. E aggiunge: «Nella nostra sede l'ergonomia valorizza il sapere condiviso dai singoli: abbiamo ridotto le telefonate interne e nei grandi progetti non perdiamo le conoscenze informali acquisite».

Ma gli orizzonti sono più ampi. La società dell'informazione descritta da Manuel Castells, docente alla Annenberg School, allarga i suoi confini oltre i colossi hi-tech. E attraverso le piattaforme digitali diventa una pratica accessibile anche alle piccole e medie aziende.

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