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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2010 alle ore 19:25.
Nella bozza di decreto legislativo sul federalismo relativo al fisco regionale che il governo ha consegnato a regioni, province e comuni, l'addizionale regionale Irpef potrebbe essere aumentata fino a raggiungere il 3 per cento. Durante il breve incontro al ministero dell'Economia, durato circa mezz'ora, i ministri Tremonti, Calderoli, Fitto e Bossi hanno distribuito un testo di 13 articoli dal titolo "decreto legislativo in materia di autonomia delle entrate degli enti territoriali". Tre per cento ampiamento criticato da una simulazione della Uil : comporterebbe, secondo il segretario generale Guglielmo Loy, aumenti fino a 435 euro per i lavoratori dipendenti e a 375 euro per i pensionati.
Tra i punti la definizione della compartecipazione delle regioni all'Iva, che scenderebbedall'attuale 44.7% al 25 per cento. Sarebbe poi confermata la possibilità per le regioni di ridurre l'Irap fino alla sua totale cancellazione. La bozza sarà esaminata dalla conferenza delle regioni di giovedì prossimo e poi ci sarà un nuovo incontro con il Governo.
Giudizio sospeso da parte delle regioni. «Abbiamo anticipato - ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - quelli che sono per noi i tre punti irrinunciabili». Primo elemento cardine è la definizione dei costi standard in relazione ai livelli essenziali di assistenza in sanità e prestazioni sociali. «Solo così è possibile determinare il fabbisogno, in mancanza di ciò sarebbe aleatorio». Per Errani «i cittadini devono sapere di quali servizi hanno diritto». Quanto ai costi standard, per le regioni è chiaro che «il decreto deve essere costruito sull'appropriatezza dei servizi e non solo sui risultati di bilancio». Infine, la relazione esistente tra questo decreto e la manovra varata a luglio dall'esecutivo. Una manovra su cui resta fermo il giudizio negativo delle regioni. «La nostra posizione è che la manovra è insostenibile. Siamo per un confronto serrato col governo, siamo per il dialogo, per affrontare alcune questioni c'è tempo fino al 31 dicembre».
Un incontro molto interlocutorio, dunque, dedicato soprattutto alle regioni. Anci ha chiesto di accelerare i tempi per il decreto su fabbisogno standard, ha riferito il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino, al termine dell'incontro. «Il nostro obiettivo - ha chiarito - è riprendere il tavolo di lavoro e mi sembra che le condizioni ci siano. L'atteggiamento del governo è stato interlocutorio«.