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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2010 alle ore 12:07.
Il sistema scaligero è al primo posto in Veneto per incremento nella registrazione di brevetti nel 2009, con un +5,3% rispetto al 2008 che diventa un +59% per quanto riguarda le invenzioni industriali. E i numeri del 2010 sono anche superiori: le domande di deposito marchi e brevetti alla Camera di commercio di Verona sono 1.050 nel primo semestre di quest'anno, contro le 897 dell'analogo periodo dell'anno precedente. L'aumento è stato del 37,9% per i depositi di invenzioni, del 53,8% per modelli di utilità, del 27,3% per disegni e modelli ornamentali, con una lieve flessione (-3,6%) nel deposito di marchi sia nazionali che internazionali.
Se innovare significa anche inventare, creare novità e utilità nelle produzioni, la provincia pare avere trovato la formula giusta. Ma questa capacità – spiegano i dati della Camera di commercio – non può prescindere dalla massa critica costituita dalla presenza di risorse umane qualificate, di infrastrutture e collegamenti efficienti, di istituzioni capaci di supportare i processi innovativi. «Verona ha un'ottima reputazione in molti campi e un settore industriale forte e diversificato – afferma Andrea Bolla, presidente della Confindustria provinciale –. I numeri dei brevetti sono una delle possibili cartine di tornasole di questa realtà». Come coltivare e sviluppare una cultura basata sull'innovazione? La risposta, qui, si chiama open innovation: «Un modello – spiega Bolla – che coinvolge diversi soggetti, dalle università alle istituzioni, ma soprattutto abbatte le barriere».
È il caso di PerInnovare, società che fa capo a Confindustria Verona e che svolge una funzione da broker creando un contatto fra laboratori universitari e aziende, cercando le tecnologie migliori per realizzare i progetti elaborati e dando il via a spin off. Ma esiste anche una venture community, che chiude il cerchio dei passaggi necessari a tradurre un'idea in business e organizzando eventi nei quali le stesse idee vengono proposte a un gruppo selezionato di possibili investitori, che siano istituti di credito, imprenditori o rappresentanti di fondi.
I risultati di queste iniziative, avviate un paio d'anni fa, stanno muovendo i primi passi sotto forma di giovanissime imprese che si muovono sul mercato. Si troveranno a competere in un ambiente che ha fra i suoi simboli il Quadrante Europa – una delle eccellenze veronesi in tema di logistica, primo interporto europeo (secondo un'indagine effettuata su oltre 130 piattaforme intermodali) – e dove si concentrano dieci distretti.