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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2011 alle ore 14:11.
Prego.
Veda, la prima prova come parti sociali l'avevamo data il 28 giugno con l'accordo interconfederale che segna la strada dell'innovazione nelle relazioni industriali. L'esperienza l'abbiamo voluta ripetere, in questi giorni ancora più difficili. Qualcuno ha ironizzato, ma era giusto tornare a riunirsi in un momento così drammatico, l'idea di avere una voce unica si è rivelata un valore, apprezzato dal Capo dello Stato, e credo abbia avuto il suo peso nell'accelerazione dei tempi. Avere davanti un fronte compatto di forze, con storie diverse, ti mette nelle condizioni di doverti prendere una bella assunzione di responsabilità. Noi consideriamo questa alleanza un patrimonio da valorizzare.
Veniamo al merito della manovra e partiamo dai tagli. Tra enti locali, ministeri e assistenza sono pari a 16 su 20 miliardi, solo per il 2012. I dettagli, però, sono ancora avvolti dal mistero. Non c'è il rischio concreto che si traducano in nuove addizionali Irpef su cittadini e imprese a fronte, peraltro, di servizi sempre più carenti?
E' importante che i tagli ci siano stati, molte di queste spese vanno tagliate, lo chiediamo da sempre. Bisogna evitare che, in assenza di meccanismi che riducano i confini dello Stato, i tagli si possano trasformare o in aumenti ulteriori di spesa pubblica negli anni successivi o in un aumento della pressione fiscale attraverso nuove addizionali che vanno a gravare su cittadini e imprese. Devono rimanere tagli veri, vanno ridotte le funzioni e vanno riscritti i confini dello Stato centrale e locale.
Costi della politica, si è tagliato poco o tanto?
Finalmente, mi sembra, il tema viene affrontato con serietà. Occorre vigilare ma l'area di intervento è estesa ed appare significativa. Francamente anche qui, è importante che il Parlamento non tocchi nulla, anzi semmai migliori l'impianto e l'efficacia degli interventi. Attraverso questi tagli passa un elemento essenziale per la fiducia e il senso di responsabilità collettivo.
Sia sincera: il contributo di solidarietà del 5-10% sui redditi superiori a 90 mila euro colpisce la ricchezza vera?
Premesso che in un momento difficile tutti devono pagare, il punto vero è che, con queste nuove addizionali, arriviamo a un'aliquota assolutamente spropositata sui redditi cosiddetti alti. Riguarda per lo più manager di aziende private che fanno bene il loro mestiere e possono avere la tentazione di andare a lavorare altrove, magari in Germania dove il prelievo non supera il 43%. Rischiamo un'altra fuga di cervelli. Siamo in presenza di un salasso insopportabile. Questa norma va riscritta, si può fare. Rischiamo di diventare un Paese con un'aliquota sui redditi delle persone fisiche tra le più alte al mondo.
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