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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 17:04.
Lacrime mondiali per gli azzurri che abbandonano il Sudafrica battuti e umiliati, ultimi in un girone non certo di ferro. È bastata la Slovacchia, sonoramente sconfitta dal Paraguay, per rifilare tre reti a Cannavaro e compagni e rispedire a casa la squadra campione del mondo. Una delusione cocente per gli azzurri - Di Natale ha abbandonata il campo in lacrime - che per la prima volta nella storia abbandonano un mondiale alla prima fase senza aver mai nemmeno vinto una partita. Un disastro in un certo senso preannunciato dal gioco espresso dagli azzurri finora, ma certo non preventivabile in questi termini e nemmeno a questo punto del campionato del mondo. Una debacle anche per Marcello Lippi, che soltanto nella ripresa ha effettuato i cambi che hanno consentito agli azzurri maggiore incisività sotto porta, maggiore visione di gioco e soluzioni. Per settanta minuti l'Italia è stata irriconoscibile, se possibile ancora peggiore di quella vista finora, già in svantaggio dopo 25 minuti. Confusione, errori, scarsa vitalità in campo. Fatto sta che la Slovacchi ha dominato la gara all'Ellis Park Stadium di Johannesburg.
Terzo cambio di modulo per Marcello Lippi, che schiera un tridente d'attacco composto da Pepe, Iaquinta e Di Natale (una sorta di tridente friulano, dato che tutti e tre giocano o hanno giocato nell'Udinese), confermando le indiscrezioni della vigilia per un modulo 4-3-3.
A centrocampo torna Gattuso, affiancato da De Rossi e Montolivo; confermata anche la difesa titolare nelle prime due partite, con Zambrotta, Cannavaro, Chiellini e Criscito davanti al portiere Marchetti. «Non vogliamo che sia l'ultima partita», aveva detto alla vigilia il ct Lippi. Arbitra l'inglese Howard Webb, il direttore di gara della finale di Champions League che portò bene all'Inter. Peccato che di nazionali azzurri quel giorno in campo non ce ne fossero.
Primo tempo di marca decisamente slovacca, con un paio di tiri sbilenchi da parte degli azzurri e azioni continue di Hamsik (non in grande spolvero, in verità) e compagni. Gli azzurri, bloccati, lasciano l'iniziativa completamente agli avversari, che pressano, raddoppiano e arrivano sempre prima sul pallone. Moltissimi anche gli errori, come quello che provoca il gol di Viddik al 25', dove un ingenuo passaggio di De Rossi consente al giocatore slovacco di penetrare in area e di battere a rete alla destra di Marchetti. Italia pcoco efficace e decisamene statica, senza idee, mentre la Slovacchia prende fiducia nei suoi mezzi, fisici e tecnici, svettando nel buio azzurro. Serve un'invenzione, dagli undici e, ancora di più, dal tecnico. Per evitare una figuraccia senza precedenti ai campioni del mondo in carica.