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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2012 alle ore 16:58.

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Il cappio all'Euro, gli insulti al Capo dello Stato con l'indignazione di Pier Luigi Bersani, la lite via web con (il vecchio amico) Antonio Di Pietro. Beppe Grillo, con i suoi incontri in giro per l'Italia in vista delle amministrative, continua a suscitare polemiche. Con la Lega in crisi di consenso (dopo le inchieste giudiziarie) restano Idv e grillini a contendersi il voto di protesta. E il Movimento 5 stelle rischia di essere l'unico vero vincitore del voto alle porte, alcuni sondaggi lo danno in crescita (tra il 5 e il 7%). In Emilia, (si vota anche a Parma e a Piacenza) in molti tra i grillini contano su un'affermazione a due cifre.

Ma sono pronti anche ad accontentarsi di poco. A noi, dice Claudio Morgigno attivista a Milano, «basta un solo consigliere», come è accaduto per Palazzo Marino, perché già così «siamo in grado di portare trasparenza negli organi amministrativi e possiamo avere accesso agli atti».
Quanto a Grillo, non è un leader così come lo intendono i partiti tradizionali, ma «un faro», un punto di riferimento. Perché è lui, Grillo, a seguire gli imput che arrivano dalla base, attraverso la rete, e non viceversa. Molto di quello che i grillini portano avanti arriva dalle discussioni che si producono sui social network, come nel caso dei rimborsi elettorali. E il blog di Grillo è, a detta dei cittadini che fanno parte del movimento, un riferimento per lanciare denunce, per dare visibilità ai problemi.

L'anonimato, con l'assenza dalle tv (quelle nazionali), è voluto. Perché «dal tubo catodico - dice Morgigno - il nostro messaggio non passa. In tv si parla per spot e questo a noi non serve». Diverso il discorso per le tv locali, dove c'è «più modo di approfondire i temi». In televisione, dice Renato Plati, anche lui attivista che per il movimento si occupa in particolare di comunicazione, «ci fanno domande su quello che vogliono loro e così diventiamo come gli altri, perché la politica vera non parla di ciò che interessa realmente ai cittadini». È il caso del problema alloggi. «In Lombardia si consuma suolo per sette volte in più rispetto al resto del Paese», dice Plati. E «a fronte di 119mila vani richiesti per edilizia convenzionata, ne sono offerti solo 36mila. Mentre in edilizia privata ne sono offerti 179mila su 78mila richiesti». E poi c'è la questione inquinamento, «oltre alle polveri sottili - avverte Plati - ci sono i problemi che arrivano dagli inceneritori: non è vero che la loro presenza non ha conseguenze per la salute. Lo dico esperti e professori».

Il voto a queste amministrative per i grillini potrebbe essere l'ultimo passo prima dell'ingresso in Parlamento. «Quando ci arriveremo», annuncia Claudio Morgigno, «creeremo un tavolo sul lavoro aperto ai cittadini». Insomma, anche se entrerà nelle stanze della politica, il Movimento 5 Stelle intende continuare a seguire il criterio adottato finora, basato su consultazioni e decisioni che vengono prese dal basso, secondo il metodo della democrazia diretta.
L'organizzazione sul territorio è appena accennata. I confronti e i pareri passano dalla rete, ma non solo. A Milano, ad esempio, i grillini si incontrano un paio di volte a settimana, anche per accogliere i nuovi arrivati, ma ci sono pure riunioni di zona nelle quali si discute di quello che è emerso dai social network. E quando arriveranno nei palazzi della politica, assicurano, il loro modo di agire non cambierà, perchè «per noi il segreto di Stato non esiste».

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