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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2012 alle ore 22:21.
L'ultima modifica è del 01 agosto 2012 alle ore 16:45.
16.45 - Daniele Molmenti medaglia d'oro per l'Italia nel kayak K1 slalom ai Giochi olimpici di Londra. Il campione europeo 2012 ha vinto la finale andata in scena nelle acque del Lee Valley White Water Center col tempo di 93''43 davanti al ceco Vavrinec Hradilek. Bronzo per il tedesco Hannes Aigner. Molmenti, che oggi festeggia 28 anni, e' nato a Pordenone, alle olimpiadi di Pechino era arrivato decimo nella specialità.
Ecco l'intervista di Dario Ricci realizzata prima delle Olimpiadi
Con l'acqua duella, combatte, lotta, armato solo della sua pagaia; ma Daniele Molmenti col fiume riesce pure a parlare, per carpirne i segreti e trovare vie fluide e nascoste, le più brevi possibili per arrivare a un podio olimpico. Perché Molmenti è la grande speranza della canoa fluviale azzurra per Londra 2012. Disciplina spettacolare e difficile, in cui il primo avversario è l'acqua, il fiume, e in cui concentrazione e tattica valgono almeno quanto forza fisica ed esperienza.
E Daniele, classe 1984, di Pordenone è un bel mix di tutte queste cose, se è vero che già nel 2010 a Tacen è riuscito a diventare campione del mondo nel K1 canoa slalom. Quella di Londra sarà la sua seconda Olimpiade, dopo il 10° posto ottenuto a Pechino. In Inghilterra inseguirà quindi quell'alloro a cinque cerchi che è l'unico a mancare ancora nel suo palmares.
Il ruolo di favorito pesa?
Direi di no. Anzi. Per carattere sono uno che si esalta in queste condizioni; la pressione mi piace, mi fa andare anche più forte!
Eccolo il rischio, Daniele. A volte è proprio l'impeto a tradirti, in uno sport in cui ogni discesa dura due minuti e l'acido lattico, a un certo punto, annebbia occhi e riflessi...
È vero, in passato la foga mi faceva compiere errori banali. Ma ho imparato a seguire i suggerimenti del mio allenatore, Pierpaolo Ferrazzi, campione olimpico sempre nel K1 a Barcellona '92: meglio usare prima la testa, e poi le braccia. E le vittorie sono arrivate.
Le piace il canale londinese su cui gareggerete?
È un tracciato artificiale, come quasi sempre accade alle Olimpiadi, lungo circa 500 metri, in cemento e con gli ostacoli in plastica, in cui poi l'acqua viene pompata dentro. Dopo i Giochi diventerà un bell'Acquafan, vedrete! Rispetto ai fiumi naturali, ci sono difficoltà tecniche maggiori, perché l'acqua crea degli invasi a ridosso degli ostacoli, sembra fermarsi, gonfiarsi e poi fuggire via. Bisogna saper leggere le traiettorie giuste per evitare errori, ma è un bel percorso, mi piace parecchio.
Insomma, non solo forza. Per arrivare in fondo, ci vuole anche molta strategia....
Il lavoro tecnico che facciamo al video è fondamentale. Rivediamo centinaia di volte le nostre discese, per studiare traiettorie, correggere la postura; poi, il resto lo facciamo in palestra, soprattutto in inverno: consideri che sono alto circa 171 cm, e peso 69 kg, e in spinta su panca sollevo 260 kg: non so se rendo l'idea... (risatina d'orgoglio, ndr).
Messaggio ricevuto. Ci tolga una curiosità. Capita anche ai campioni come lei di cedere alla forza del fiume e di andare a testa in giù, sott'acqua, per poi tornare subito in superficie e riprendere a pagaiare e slalomeggiare verso il traguardo. In quei pochi istanti, a cosa si pensa?
Soprattutto all'errore compiuto, che ci costa una penalità! Ma non bisogna farsi prendere dalla smania di recuperare a tutti i costi, perché si rischia di far peggio: non bisogna essere perfetti, bisogna "solo" far meglio degli altri! Del resto anche Ferrazzi, quando vinse l'oro a Barcellona, qualche penalità la subì...
Ha già "parlato" con il fiume di Londra? Cosa le ha detto?
Di seguirlo docilmente. Se saprò farlo, sarà lui a condurmi all'oro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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