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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2012 alle ore 20:51.

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LONDRA - Alle Olimpiadi ha cominciato con un argento ha chiuso con un bronzo, in mezzo tre ori. Valentina Vezzali, 37 anni, esce così, alla sua maniera, dalla storia del fioretto olimpico individuale (anche se nel dopo gara ha già detto di pensare aRio 2016) in un giorno in cui il bottino del debutto azzurro è di quelli che pesano. Due ori, un argento, due bronzi. Certo è anche il segno di un'epoca che cambia. Perché l'oro del fioretto individuale che si aggiunge a quello della squadra di arcieri in un'eroica grandissima rimonta con gli Usa, non è andato a Valentina. La campionessa uscente è stata eliminata da Arianna Errigo in semifinale e ha dovuto poi regolare la coreana Nam - battuta da Elisa Di Francisca - per la terza piazza, finendo con una rimonta incredibile un match che sembrava ormai compromesso.

L'ottima giornata del medagliere italiano era cominciata con un argento, quello conquistato da Tesconi, nella pistola da 10 metri ed è continuata con molte attese per lo più concentrate nell'Excel arena dove si sarebbe potuta consumare la storia. Valentina Vezzali avrebbe dovuto vincere la quarta medaglia olimpica di fila, affiancare Carl Lewis nella gloria assoluta. Non ce l'ha fatta, anche se alla fine, innegabilmente, l'impresa resta.

Le lame al femminile si confermano generose di gloria per l'Italia, ma i nomi cambiano. Che non fosse la giornata ideale per la campionessa di Jesi si era capito a metà pomeriggio quando l'atleta ha rischiato di essere eliminata dalla tunisina Ines Boubakri, afflitta com'era da un dolore all'anca. Con un colpo di reni ce l'ha poi fatta arrivando in semifinale. «Valentina è fatta così. Può il carattere molto più che l'analgesico». Il preparatore atletico era teso, ma felice dopo l'incontro con l'atleta di Tunisi felice comunque dell' exploit del team italiano. Il carattere non è bastato contro una Errigo in gran giornata, apparsa sicura e sciolta nel regolare l'americana Lee Kiefer e prima ancora la russa Kamila Gafurzianova.

Di Francisca era sembrata faticare di più, nelle prime fasi dei duelli, fino al testa a testa con la Nam controllato con sicurezza. A guardare da distanza ravvicinata le atlete italiane c'era anche Andrea Magro il ct di Pechino 2008, l'uomo che fece volare Valentina Vezzali per celebrare il terzo oro di fila. Ora allena il Giappone e le atlete nipponiche non gli hanno certo dato le stesse soddisfazioni di quattro anni fa. Ma il vero spettacolo è stato sugli spalti, a ridosso delle barriere dove la famiglia Vezzali, Errigo e Di Francisca tifavano prima uniti poi inevitabilmente divise. Fioretti contro, per la vittoria dell'Italia. Sono arrivate due (tre) medaglie da un' arena che anche qui a Londra ha parlato una lingua sola: l'italiano.

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