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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2012 alle ore 11:55.
Continua ad affondare la spedizione degli azzurri di nuoto: dopo le deludenti gare e zero medaglie è il turno delle polemiche. Ad aprirle è stato il "Magno" , Filippo Magnini, stavolta grande solo a polemizzare con l'allenatore Rossetto. A prendere le difese dell'allenatore di Magnini e della Pellegrini è Marco Orsi, uscito dai 50 sl col 19° tempo. Assai deluso della propria prestazione si è detto altrettanto deluso del comportamento del compagno di squadra.
«Non si può arrivare alle gare con questa tensione, troppe polemiche.
Filippo ha sbagliato, non doveva fare cosi: è un campione e il capitano, serviva tranquillità. La verità è che c'è chi pensa solo ai cavoli propri. Sono in camera con loro (Magnini e Dotto, ndr) e il clima è irrespirabile». Per il velocista qualcuno ha «pensato più a fare audience con queste cavolate a spese di tutti».
A prendere le difese dall'allenatore che ha fatto vincere a Magnini due titoli mondiali è anche Luca Dotto che invece si è qualificato con l' undicesimo tempo per la semifinale dei 50 sl, dove è vicecampione mondiale. Anche lui difende il responsabile della velocità natatoria:
«Capisco Marco (Orsi, ndr) che ha parlato per la delusione. Puntare il dito su Rossetto è un errore. E questo io non lo voglio fare, perché credo che sia un grande professionista nonostante questi risultati deludenti. Il lavoro che ha svolto Rossetto è stato grandioso perché gestire cinque atleti non è facile e tutti e cinque hanno bisogno delle loro attenzioni e dei loro allenamenti. I lavori sono diversificati e personalizzati. Abbiamo fatto comunque molti errori anche noi atleti: di sicuro non ci siamo allenati con la determinazione giusta».
La linea della condivisione delle responsabilità è quella che sta passando. E' stata la stessa Pellegrini a rilanciarla parlando dopo la deludente staffetta 4 per duecento di «esame di coscienza collettivo, perché quando si sbagli si sbaglia tutti: atleti e staff». E' forse un tentativo di ricucire il rapporto col suo allenatore dopo che Rossetto aveva espresso dubbi sul futuro: «Non so se l'allenerò ancora» finora l'unica replica e difesa del coach.
Comunque la Pellegrini più che proiettata all'ultima gara, la staffetta 4 per 100 misti, sembra concentrata sulle imminenti vacanze e sul periodo sabbatico annunciato.
A proposito di rientri dopo pause agonistiche, è stato fallimentare quello di Alessia Filippi subito eliminata in batteria: nei 200 dorso non è andata oltre il 23° posto. Riguardo alla decisione della Pellegrini sulla base della propria esperienza ha detto: «È dura tornare, fai cento volte la fatica di prima». Sta facendo fatica anche un grande come Phelps che dopo Pechino aveva rallentato e a Londra pur vincendo medaglie e stabilendo il primato, finora 19 complessivamente vinte, non è certo quello delle precedenti Olimpiadi. A spiegare il perché è il suo coach tutor Bob Bowman, che nei giorni scorsi ha rivelato che il campione statunitense non si allena più coi ritmi di quando era un ragazzino senza per questo suscitare la reazione dello squalo di Baltimora.
Forse Magnini, che nei giorni scorsi diceva che «bisogna fare riferimento agli statunitensi in tutto» per poi innescare una reazione a catena di polemiche, dovrebbe imparare uno stile del genere nei rapporti di squadra, a maggior ragione in quanto capitano.
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