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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2012 alle ore 03:08.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2012 alle ore 03:10.

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Il candidato Mitt Romney in vantaggio in Kentucky, stato che i repubblicani davano per scontato. Quando è stato spogliato solo l'1% delle schede, Romney è avanti con il 69%, con il presidente americano Barack Obama con il 29%. Lo riporta la Cnn

0.19 Problemi voto Ohio: L'Ohio rischia di trasformarsi in una nuova Florida dove nel 2000 i voti vennero riconteggiati più volte. Alcuni elettori americani hanno denunciato la presenza di macchine rotte in alcuni seggi e nelle location a rischio sono accorse le autorità di vigilanza che stanno facendo le opportune verifiche. Se venissero appurate irregolarità, bisognerà aspettare fino al 17 novembre per sapere se a vincere l'Ohio é stato Barack Obama o lo sfidante repubblicano Mitt Romney.

0.12 Chiusi i primi seggi. I primi seggi elettorali hanno chiuso in gran parte dell'Indiana e nel Kentucky orientale mentre le operazioni di voto saranno completate alle 19 locali (l'una in Italia). I risultati di entrambi gli stati non sono decisivi nella corsa alla Casa Bianca, pur essendo assi indicati come molto favorevoli per Mitt Romney.

23.55 I primi exit poll: Florida e North Carolina al repubblicano Mitt Romney. Sono gli exit poll preliminari di Drudgereport, secondo cui al presidente americano Barack Obama va invece l'Ohio, il New Hampshire, la Pennsylvania e Nevada. Sono dati comunque non ufficiali e da valutare con prudenza dal momento che il voto è ancora in corso.

Obama: «Sono fiducioso che abbiamo i voti per vincere». Lo ha detto Barack Obama facendo visita ai volontari di un piccolo comitato elettorale di Chicago. «Non vedo l'ora di leggere i risultati. Mi aspetto una buona serata», ha aggiunto, per poi precisare: «Qualsiasi cosa accada voglio ringraziare i volontari. Oltre agli spot, ai duelli, è la mobilitazione della gente che conta» (vai allo speciale sulle Elezioni Usa).

«Grazie al popolo americano: comunque vada»
Durante una visita a sorpresa in un piccolo ufficio elettorale in cui i volontari del partito democratico stanno compiendo le ultime telefonate agli elettori indecisi, il presidente è parso ottimista: «Grazie al popolo americano, comunque vada», ha detto provando a superare la tensione delle ultime ore della campagna elettorale.

Le telefonate ai volontari
Il presidente degli Stati Uniti, che oggi si gioca la possibilità di restare alla Casa Bianca per altri quattro anni, è stato salutato da un prolungato applauso e dall'abbraccio dei volontari che stanno lavorando per lui. Dopo aver stretto la mano ai presenti, il presidente si è tolto la giacca, si è seduto a un tavolo e ha cominciato a chiamare i volontari sparsi per il paese. La prima telefonata è stata per Hattie, una volontaria del Wisconsin. «Parlo con Hattie?», ha domandato il presidente. «Io sono Barack Obama», si è presentato prima di scherzare con la donna. «Sono molto orgoglioso del lavoro che stai facendo», ha affermato il presidente. Il presidente ha poi chiamato altri cinque volontari.

Cambiano anche Camera e Senato
Ma gli occhi del mondo sono puntati sulla sfida presidenziale tra Barack Obama e Mitt Romney. Il popolo americano è chiamato a rinnovare anche l'intera Camera dei Rappresentanti, 435 membri, e un terzo del Senato, 33 su 100 componenti. Voti importanti perché un presidente senza maggioranza nei due rami di Capitol Hill è destinato a penare per far approvare le sue proposte e corre il rischio di diventare quella che gli americani chiamano una '"lame duck", "un'anatra zoppa".

Testa a testa nei sondaggi, con Obama favorito
Mentre procedono le votazioni, i sondaggi parlano di un testa a testa per la conquista della House of Representatives, e di un vantaggio democratico seppur minimo tra le 33 sfide per la Camera Alta. Questi i cinque duelli più significativi per un posto al Senato in questa importante tornata elettorale.

MASSACHUSETTS - In questo elegante Stato del New England, feudo per decenni della famiglia Kennedy, si battono due grandi promesse della politica americana. Per il partito repubblicano l'uscente Scott Brown, la grande sorpresa del 2010 che conquistò il seggio lasciato vacante dalla morte di Ted Kennedy. Se la dovrà vedere con Liz Warren, economista di Harvard, ex consulente di Barack Obama alla Casa Bianca e paladina dei diritti dei consumatori e dei risparmiatori.

VIRGINIA - È uno Stato in bilico. E la sfida tra il repubblicano George Allen e il democratico Tim Kaine potrebbe influire anche sulla lotta per la Casa Bianca.

WISCONSIN - In lizza il repubblicano Tommy Thompson e la democratica Virgil Goode, che se vincesse sarebbe la prima senatrice apertamente omosessuale della storia americana, dopo essere stata già in passato la prima lesbica eletta alla House.

INDIANA - Un voto che rappresenta un test per il Tea Party e per l'ala ultra-conservatrice del partito repubblicano capace di imporre la candidatura di Richard Mourdock, nella bufera per aver detto durante un dibattito che la gravidanza frutto di uno stupro è qualcosa voluto da Dio. Se la vede con Joe Donnelly.

MISSOURI - Anche in questa roccaforte repubblicana, il partito dell'elefantino si affida a un candidato anti-abortista radicale e non meno controverso. È Todd Akin, che mesi fa scandalizzò tutti per aver parlato di 'stupro legittimò. Lo stesso Mitt Romney prese le distanze e gli chiese di ritirarsi. Ma lui è andato avanti. È sfidato da una donna, la democratica Claire McCaskill.

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