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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2010 alle ore 15:43.

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Verona, in questi giorni, è il centro del mondo dell'energia pulita. Il Solarexpo ha aperto oggi i battenti con 10 padiglioni, 1.250 espostitori (il 40% stranieri) e 70mila visitatori previsti. Numeri che dimostrano il crescente interesse per una materia fino a pochi anni fa confinata nei circoli intellettuali che oggi attira ricercatori universitari, venture capital, grosse imprese, studenti o semplicemente curiosi.

Secondo l'ultimo report di Ren 21, forum globale dedicato alle energie rinnovabili, nel 2008 la potenza installata è cresciuta del 70% per il fotovoltaico, del 29% per l'eolico, del 15% per il solare termico. La produzione di etanolo e biodiesel è salita del 34%, mentre salgono biomasse, geotermico e mini idroelettrico. Complessivamente le rinnovabili non arrivano al 20% dei consumi finali, target europeo entro il 2020. Sui margini di crescita è nato un ecosistema, ancora molto giovane, spinto dall'esigenza di trovare un sistema energetico con meno emissioni di CO2, maggiore sicurezza nell'approvvigionamento e minore dipendenza dalle fonti fossili. Ci sono giovani start up innovative, centri di ricerca, aziende diventate grandi come la cinese Suntech, leader mondiale nel fotovoltaico, o la californiana First solar. Grossi investimenti, sulle tecnologie di produzione e sull'intelligenza delle reti, anche per le utilities. Enel green power ha un piano, in Italia e all'estero, da 3,7 miliardi di euro entro il 2013.

L'Italia, nel fotovoltaico, è in prima fila. Grazie a incentivi molto generosi, che presto verranno ridotti, siamo vicini a 1200 MW installati che, secondo quanto illustrato a Verona dal Gse, a fine 2010 potrebbero diventare 2.500. Non solo, nel nostro paese potrebbe presto essere raggiunto il punto di equilibro tra i costi del kw fotovoltaico e la bolletta tradizionale (la grid parity). «Certamente non c'è una data precisa, ma un processo in corso che subirà accelerazioni e frenate - spiega Luca Zingale, direttore scientifico di Solarexpo in un articolo che verrà pubblicato insieme a diversi approfondamenti sulle prosopettive della ricerca su Nova24 in edicola giovedì 6 maggio - l'Italia vivrà una svolta epocale dalla prima fila, ovvero il passaggio in una nuova era geologica per le rinnovabili, oltre gli incentivi».

Secondo un report dell'Agenzia internazionale dell'energia (Iea) anticipato al Solarexpo da Paolo Frankl, direttore della divisione energie rinnovabili, entro il 2050 il fotovoltaico potrebbe rappresentare l'11% della produzione energetica (oggi è sotto l'1%). Contando anche il solare termodinamico potrebbe arrivare al 20%. Stime futuristiche, quello che è certo - diverse previsioni della Iea lo dicono - è che nel futuro il mix di nucleare di nuova generazione ed energie rinnovabili avrà un ruolo crescente. I tempi sono invece difficili da prevedere. Per quanto il paragone sia suggestivo le rinnovabili non hanno la rapidità di sviluppo dell'informatica negli ultimi decenni.

«Il petrolio un giorno finirà: non presto ma in circa 100 anni gli idrocarburi non giocheranno più lo stesso ruolo nella nostra vita» ha evidenziato ieri l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, inaugurando insieme al Massachussets institute of technology (Mit) il Solar frontiers center che promuove la ricerca sulle tecnologie solari avanzate. Proprio sulla ricerca si gioca la partita della maturità per le fonti rinnovabili.

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