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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 08:55.

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Due anni. Fatti di burocrazia, di documenti presentati in doppia lingua, cinese e italiano. Di attese di carte, da parte dell' amministrazione locale. Dal 2007 a oggi: è il tempo che è stato necessario al Gruppo AlmavivA, che opera nel settore dei call center e dell'informatica, di cui è presidente l'imprenditore romano Alberto Tripi, per aprire l'attività in Cina. Ostacoli incontrati nonostante Tripi avesse come partner la CCID, l'Agenzia per l'informatica cinese, una delle prime aziende nazionali controllata direttamente dal ministero dell'Information Industry. Quindi, un soggetto pubblico in grado di dialogare con più facilità con l'amministrazione (il raggio d'azione spazia dall'editoria specializzata nel settore It alla consulenza e ai servizi di contact center).

Un mese fa, finalmente, è arrivata la licenza necessaria per cominciare a lavorare (il mercato delle tlc è regolato). Ed ora la società è pronta a partire. Ufficio a Shanghai, settore d'attività le tlc. In particolare i call center. Ma è solo un primo passo. «Già stanno dimostrando interesse per le applicazioni informatiche che sono alla base dei servizi di call center», annuncia Tripi.
La CCID-AlmavivA Information Technology Shanghai ha la sede proprio nel centro della città. E, stando alle potenzialità di crescita, è valsa la pena l'attesa di due anni. «La Cina è un mercato enorme. Finora sono pochi gli operatori che lavorano in questo campo», aggiunge il presidente del gruppo. Il piano di sviluppo prevede di assumere quest'anno 200 operatori di call center. Nei prossimi anni c'è già in programma di espandersi in altre 11 città cinesi. E la fase di grande urbanizzazione che si sta verificando in Cina è certamente un altro fattore di potenziale sviluppo.


Il business spazia dai call center ad altre applicazioni informatiche in diversi settori, a partire da quelli in cui il Gruppo AlmavivA già opera in Italia, dall'agricoltura alle ferrovie, all'amministrazione pubblica alla sicurezza nazionale. Il fatturato 2010 arriverà a un miliardo di euro, compresa la società GMatica che opera nel settore dei giochi elettronici; complessivamente i dipendenti sono 21mila, di cui 13mila in Italia, più altri 3mila esterni.
I partner cinesi hanno avuto modo di conoscere e verificare le applicazioni durante le visite nel quartier generale dell'azienda romana, che ha appena compiuto i 25 anni d'attività. E c'è già un notevole interesse. Un esempio: l'applicazione in agricoltura. «In Cina - dice Tripi - gli incentivi vengono dati a pioggia. Le tecnologie permetterebbero di selezionare in modo diverso l'erogazione di denaro pubblico a seconda delle colture».


Prima di optare per la Cina, Tripi e il figlio Marco, amministratore delegato dell'azienda, avevano sondato anche l'India. «Ci è sembrato più promettente il mercato cinese», afferma oggi l'imprenditore romano. Il gruppo è già presente in Brasile, nel settore dei call center, dove ha 8mila dipendenti, ed eroga servizi per Tim Brasil, Telefonica, Banco Itaù e altre imprese locali. In prospettiva, c'è l'intenzione di allargare le iniziative in Sudamerica nel campo dell'informatica e della consulenza.
Il primo sbarco all'estero è stato in Tunisia, attraverso la CosTunisie, sempre call center, una società che realizza il 90% del fatturato sui mercati del Mediterraneo. Non poteva però mancare un passo verso l'Oriente e in un altro di quei paesi a forte crescita, come appunto la Cina. La società cinese ha l'obiettivo di un fatturato di 70 milioni di euro entro il 2014 nelle attività di contact center e nei servizi informatici. Ma i numeri potranno crescere in tempi brevi: basti pensare che nel 2010 il governo cinese prevede di affidare in outsourcing commesse nell'attività di call center per 311 milioni di euro, mentre 14 miliardi di euro saranno destinati ai servizi informatici. Nella divisione delle cariche, il presidente della nuova società è stato nominato dal Gruppo AlmavivA ed è italiano, mentre l'amministratore delegato è cinese. (N. P.)

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