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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2010 alle ore 09:50.
L'ultima modifica è del 17 giugno 2010 alle ore 18:48.
Nasce il consorzio della smart grid, della rete intelligente dell'alta tensione. Indispensabile per affrontare i programmi europei che rafforzano l'energia elettrica da fonti rinnovabili. I capi di undici società internazionali si sono riuniti a Londra per presentare l'associazione Friends of the supergrid, creata per sostenere la costruzione di una super-rete europea di alta tensione ma soprattutto per fornire ai politici dei paesi europei quei consigli e quelle conoscenze indispensabili per adottare politiche accorte in un tema dove una svista normativa può produrre pasticci internazionali.
Ognuna delle società che si sono associate – altre stanno già aderendo – ha competenze specifiche: è il caso dell'italiana Prysmian (ex Pirelli Cavi), specializzata nei grandi cavi elettrici sottomarini; oppure è il caso del colosso tedesco Siemens. L'associazione riunisce società rappresentative dei settori diversi della fornitura (o dell'utilizzo, come acquirenti) di infrastrutture e tecnologie di alta tensione. I membri sono le belghe 3E, Deme ed Elia, la francese Areva, la Blue Energy, le società di ingegneria Hochtief, Parsons Brinckerhoff e Visser & Smit, l'irlandese Mainstream, oltre a Siemens e Prysmian.
Perché una super-rete elettrica? Le maggiori tecnologie per le fonti rinnovabili non producono la corrente in modo costante. Il peregrinare del vento può far girare le eliche là dove non serve o quando non c'è domanda; una nuvola spegne di colpo una centrale solare. Il fenomeno diventerà sempre più accentuato con i programmi europei di diffusione delle centrali ecologiche, secondo il piano 20-20-20 che prevede nel 2020 il ricorso al 20% di energia da fonti rinnovabili. Le centrali si costruiranno non dove serve ma spesso in zone remote, le più ventose nel mare del Nord, le meglio soleggiate nel deserto del Sahara. I loro flussi di produzione saranno incostanti, in un senso e nell'altro secondo i momenti e la richiesta dei consumatori di elettricità. È questa la prospettiva in crescita maggiore, e non a caso il 65% dell'Ebitda 2009 della Prysmian è venuto dal settore dei cavi tecnologici, e i collegamenti sottomarini assicurano un portafoglio ordini di due anni. Ma la rete elettrica oggi ha una struttura a stella e a senso unico: centrali elettriche a produzione costante e programmabile da cui partono, come bracci, le linee di alta tensione verso i consumatori.
«Un sistema "intelligente" è come una rete con nodi; dalle centrali eoliche, soprattutto quelle in mare – spiega Marcello Del Brenna, a capo della divisione cavi alta tensione e sottomarini della Prysmian – saranno posati i collegamenti verso i nodi. La rete sarà internazionale, rendendo fluido ed efficiente il mercato; il fatto che l'energia rinnovabile non andrà dispersa consentirà di spegnere centrali alimentate da combustibili e di ridurre le emissioni di anidride carbonica. L'efficienza e il mercato aperto abbasseranno i costi della corrente».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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