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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 17:59.

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Il Vaticano punta a diventare il maggior produttore italiano di energia solareIl Vaticano punta a diventare il maggior produttore italiano di energia solare

Cosa hanno a che fare il Papa e J.R., lo spietato petroliere di Dallas? «Lui è famoso quasi quanto me» scherza Larry Hagman l'attore che interpretava il personaggio, celebre negli anni ‘80. Fama a parte, i due hanno in comune l'interesse per l'energia solare. Smessi i panni del petroliere, infatti, il primo ha sposato la causa del fotovoltaico: «Nella mia casa in California ho realizzato l'impianto solare privato più grande degli Stati Uniti: è un ottimo business e un campo molto affascinante. Speriamo che il Governo americano lo capisca e cominci a sovvenzionare l'energia pulita come finora ha fatto con le fonti fossili».

Hagman oggi è testimonial dell'azienda tedesca SolarWorld per la quale ha realizzato uno spot in cui racconta di aver abbandonato il petrolio («Troppo sporco!») e di essere passato all'energia del sole. Il Papa, dal canto suo, sembra deciso a dare il buon esempio agli italiani e nel 2008 il Vaticano ha avviato una collaborazione con l'azienda tedesca per realizzare un impianto fotovoltaico sul tetto dell'aula Paolo VI. I 2.400 pannelli oggi sono perfettamente funzionanti e forniscono energia sufficiente a coprire la quasi totalità dei consumi dello Stato pontificio.

Ai piedi del Cupolone, il sole risplende sulla ordinata distesa di celle fotovoltaiche, in una tregua dalla pioggia che ha del miracoloso: «Visto che siamo al Vaticano, dal taxi ho fatto una telefonata per chiedere di farci avere un po' di sole» dice ridendo l'ex J.R..

L'impianto ha una potenza di 221 KW e produce 300 MWh annui. È costituito da moduli ad alta efficienza, appositamente sagomati per rispettare le linee architettoniche della copertura dell'aula delle udienze, progettata a fine anni 60' dall'architetto Nervi. «Il principale scopo del progetto – racconta Fabrizio Limani, responsabile SolarWorld per l'Italia – è di dare un messaggio agli italiani e al mondo: il solare è conveniente e si può realizzare con un'estetica di pregio e quindi anche nei centri storici delle città d'arte dove ci sono forti vincoli paesaggistici».

I tedeschi l'hanno già capito, come spiega Milan Nitzschke, responsabile marketing dell'azienda: «In Germania non abbiamo neanche il 60% del sole che avete in Italia e tuttavia il solare elettrico installato nel solo 2010 ha una capacità pari a quella di sei centrali nucleari. Se possiamo farlo in un paese nuvoloso come la Germania, in Italia non può che essere più conveniente».

Il Vaticano è pronto: i piani solari della Santa Sede, infatti, non si fermano qui ed è già allo studio un nuovo progetto con l'azienda tedesca, per un impianto di ben più grandi dimensioni da realizzare fuori Roma. I dettagli sono ancora segreti, ma quello che sembra certo è che lo Stato pontificio sia deciso a diventare il più grande produttore italiano di energia solare.

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