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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2010 alle ore 09:15.

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«Abbiamo installato l'impianto fotovoltaico tre anni fa, quando abbiamo costruito il nuovo capannone. Il risultato è che oggi per l'elettricità spendiamo meno di prima, pur avendo nuovi macchinari che consumano il doppio». Gianluca Ballario è uno dei soci della Balfor, azienda di Manta (Cuneo) che produce macchine per la lavorazione della legna da ardere, con 30 dipendenti e 4 milioni di fatturato annuo. «E non è solo una questione di risparmio sull'elettricità – aggiunge Ballario – quando la segretaria mi dice che è arrivato il bonifico dal Gse, è sempre una bella notizia».

L'impianto ha una potenza di 300 kWp e cede a prezzo fisso al Gse l'energia non consumata. Il fotovoltaico era un pallino per i soci della Balfor già da qualche anno. «Alla fine abbiamo colto l'occasione della nuova sede. Per collocare al meglio l'impianto abbiamo anche modificato il progetto originale, passando da un tetto piano a un tetto a falda: oggi i moduli occupano metà dei 5mila metri quadri di copertura».
L'impianto è stato interamente finanziato con il credito, anche grazie a un contributo regionale che consentiva di abbattere gli interessi. «Abbiamo faticato un pochino a trovare la banca, anche se alla fine avevamo tre proposte tra cui scegliere – spiega ancora Ballario –. D'altra parte, quando siamo partiti era il 2007, e di impianti come il nostro ce n'erano pochi in giro».
Molto più semplice della banca, in rapporto, è stato individuare l'azienda cui affidare i lavori. «Ci siamo orientati su imprese della nostra zona che avessero una buona esperienza di impiantistica e abbiamo puntato su una che ha sede a 5 chilometri da noi. Ci hanno dato fiducia e hanno anche avuto ragione nel prevedere i classici sei mesi di ritardo nell'allacciamento alla rete».

Fiducia ed esperienza sono gli stessi criteri che – all'altro capo della Pianura Padana – hanno guidato i proprietari della Cmt, azienda di Colle Umberto (Treviso) con 15 dipendenti e circa 2 milioni di fatturato l'anno, specializzata nell'automazione industriale. «Ci siamo affidati a un'azienda di termoidraulica che è un nostro cliente e fornitore da tempo, e abbiamo dialogato molto sul progetto», racconta Massimo Tomasella, legale rappresentante della Cmt.
L'impianto è entrato in servizio il 30 settembre scorso e ha una potenza di 100 kWp. È costato 390mila euro ed è stato integralmente finanziato. Anche Tomasella ha sperimentato qualche difficoltà con le banche. «Lavoriamo con due istituti locali e abbiamo alle spalle una storia positiva – spiega – ma è stato difficile far capire che questo investimento non è soggetto ai rischi di mercato. Una banca, in particolare, insisteva a trattarlo come un qualsiasi macchinario. Alla fine abbiamo ottenuto il prestito, ma fornendo garanzie pari a un terzo della somma».
L'installatore ha curato tutte le pratiche, ma c'è stato qualche intoppo con l'allacciamento. «Ho dovuto fare io un sollecito all'Enel», ricorda Tomasella. In attesa di ricevere gli incentivi, la cosa di cui i titolari della Cmt sono più orgogliosi sono le coperture: «Ho preteso che tutte le garanzie sulla strumentazione fossero estese per i 20 anni del conto energia. In più ho voluto che l'assicurazione coprisse anche la mancata produzione di elettricità e ho fatto installare un sistema di monitoraggio interfacciato con i nostri server, che ci manda subito una notifica se qualcosa non va. Abbiamo speso un po' di più, ma siamo più tranquilli».

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