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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 17:09.

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Progetto corrente per la filiera italiana del greenProgetto corrente per la filiera italiana del green

L'identikit delle 128 aziende di rinnovabili iscritte al progetto Corrente si divide quasi equamente in tre parti: manifatturiero, servizi e produzione di energia. La cinquantina di aziende manifatturiere, però, è di taglia più grande della media (un quarto ha più di 250 addetti) e si concentrano su due filiere che fanno quasi il 70% delle attività: fotovoltaico (45%) e biomasse. Con presenze numericamente inferiori nell'eolico (8%) e nel solare termodinamico (6%). Il profilo produttivo nel fotovoltaico vede la prevalenza di aziende che lavorano su tutto ciò che sta "intorno" ai moduli. Quindi non il polysilicon, le celle ma la realizzazione dei pannelli, degli inverter, dei sistemi meccanici ad inseguimento, dei cablaggi e degli altri dispositivi dai sistemi fotovoltaici. Ovvero il 25% dei sistemi finali.

Con due opportunità. La prima nella realizzazione di inverter innovativi (anche distribuiti) e la seconda nei sistemi attivo-meccanici del fotovoltaico a concentrazione dove un buon nucleo di aziende (Angelantoni C-Power, Cesi...) sta lavorando su prodotti di punta. Resta però una vocazione da "componentisti", confermata anche nell'area delle biomasse, dove il punto di forza produttivo italiano sta nei generatori per centrali a biogas e biocarburanti. Sistemi mutuati dalla capacità produttiva italiana nei gruppi elettrogeni. Molto vivace è invece l'area servizi nelle biomasse. Qui, soprattutto negli ultimi anni, è spuntata almeno una quindicina di imprese, nuove o riconvertite, specializzate nella progettazione di impianti a biomassa, in prevalenza di tipo legnoso e nell'emergente comparto del biogas (settori dove oggi sono attivi incentivi pubblici).

Il solare termodinamico vede l'aggregazione di un primo nucleo di medie (e anche grandi, come Techint) aziende che si concentrano intorno al progetto Archimede. Come l'Angelantoni che produce il Cermet (il tubo in cristallo sottovuoto super-nero che riceve la luce concentrata) o chi produce i grandi specchi parabolici, i loro inseguitori meccanici e le turbine, con l'ingresso nel sistema anche di turbine Orc, a fluidi bassobollenti capaci di innovative forme di cogenerazione solare (qui vale una prima esperienza di punta di Turboden in India).

Infine l'eolico, secondo lo studio Agici il vero tallone d'Achille nella manifattura italiana nelle rinnovabili: qui nonostante un ritmo di investimenti da un gigawatt all'anno, la filiera produttiva è rimasta piuttosto indietro, in un settore molto concentrato su pochi nomi globali. Qui la presenza italiana, a volte di rilievo, è solo nei componenti meccanici, come i motoriduttori. (G.Ca.)

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